Gli hacker filorussi hanno attaccato un importante portale del nostro Paese. E, oltre al danno, la beffa
I crimini vengono ormai perpetrati sempre più spesso sul web e online. Così come le guerre, sempre più spesso, si combattono in rete. Non deve sorprendere, dunque, l’attacco che gli hacker russi hanno sferrato al nostro Paese. Oltre al danno, però, c’è anche la beffa.
Non solo missili e armi. Le guerre si combattono anche sul web. Con la propaganda, innanzitutto. Lo stiamo scoprendo, ormai da circa un anno e mezzo, con la guerra in Ucraina. Era infatti il 24 febbraio 2022 allorquando la Russia di Vladimir Putin decideva di invadere lo Stato confinante.
Da allora, morte, devastazione. Ma anche conseguenze economiche non di poco conto per tutti noi. E un’attività sommersa, sulla rete e sul dark web, che è incessante. Un po’ per scoprire le mosse del nemico. Un po’ per attaccarlo e per attaccare i suoi alleati.
L’Italia, infatti, come tutto l’Occidente, si è schierata dalla parte dell’Ucraina. Lo ha fatto approvando le sanzioni economiche che hanno colpito la Russia. Ma lo ha fatto anche inviando risorse, beni di prima necessità e armi alla resistenza ucraina. Anche per questo, oggi, è finita nel mirino degli hacker russi che, non solo l’hanno attaccata, ma anche sbeffeggiata.
Gli hacker russi attaccano l’Italia
Gli artefici dell’attacco al nostro Paese sono gli hacker filorussi Noname057(16). Sono entrati in azione attaccando uno dei siti istituzionali del nostro Paese, in particolare, quello del Ministero degli Interni. Nelle scorse ore, infatti, è risultato non raggiungibile il portale per il rilascio della carta d’identità elettronica del Viminale.
Oltre al danno, gli hacker si sono anche presi gioco del nostro Paese, pubblicando, sul loro canale Telegram un messaggio sotto la foto di un orso con sullo sfondo il tricolore italiano ed una carta d’identità. Nel testo, peraltro, si fa riferimento agli aiuti forniti dall’Italia all’Ucraina, ma si fa menzione del fatto che l’Italia non avrebbe alcuna indipendenza rispetto agli alleati. “Fortunatamente, il nostro team può prendere decisioni da solo, siamo andati nel segmento russofobo italiano di internet e abbiamo ucciso un sito web di carte d’identità elettroniche” si legge nel testo.
Chiaramente, il servizio Carta di identità elettronica è andato fuori uso. Sull’episodio la Polizia postale ha avviato delle indagini. Perché i crimini e le guerre, sempre più spesso, corrono sul web.