Entro il 2030 potrebbe arrivare una nuova tassa europea sulla casa, che andrà ad aggiungersi all’IMU. Queste sono le direttive UE.
Secondo la stima di Silvio costruzioni edili, entro il 2030, numerosi edifici residenziali passeranno alla classe E. Bisognerà attendere il 2033 perché avvenga il passaggio alla classe D. Tuttavia, le classi E e D, a cui stiamo facendo riferimento, non sono quelle dell’attuale classificazione italiana, ma faranno riferimento ad una futura classificazione su base Europea.
In base ad una stima di Silvio costruzioni edili, per ciascun immobile il proprietario dovranno affrontare una spesa di €60.000. Questo calcolo è stato eseguito in seguito alle direttive Ue sulle case green e sull’efficienza energetica degli immobili.
Tramite l’introduzione di queste nuove norme l’Unione Europea intende ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra. In particolare, le direttive intendono tagliare il consumo finale di energia nel comparto dell’edilizia.
Queste novità riguarderanno tutti i paesi dell’Unione Europea, che dovranno adeguarsi entro il 2030. È stato fissato al 2050 il termine entro il quale il comparto dell’edilizia dovrà diventare climaticamente neutro.
Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi gli edifici residenziali dovranno avere una classe minima di tipo E, entro il 2030, e di tipo D, entro il 2033.
Per i nuovi edifici costruiti a partire dal 2028 è previsto l’obbligo di emissioni zero.
Nuova cassa Europea sulla casa: una stangata che va a sommarsi all’IMU
In base ai dati raccolti da Istat, Enea e Agenzia delle Entrate (catasto), in Italia, il 62% del patrimonio immobiliare si trova in classe energetica F o G. Ciò vuol dire che la maggior parte delle unità abitative si trovano nelle classi energetiche più basse.
A questi dati si vanno ad aggiungere quelli relativi al tasso annuo di ristrutturazione profonda che è pari allo 0,9%.
In base alle nuove direttive europee entro il 2030 le case dovranno avere almeno un’efficienza energetica di classe E. Tuttavia, va sottolineato che le classi energetiche europee non sono le stesse applicate nella classificazione italiana.
Se guardiamo la classificazione italiana risulta che il 74% delle unità immobiliari abitative sono in classe energetica E, F e G. Mentre il 26% è in classe D o migliore. Secondo la classificazione UE, il patrimonio immobiliare residenziale italiano è per il 45% in classe E, F e G; per il 55% in classe energetica D o migliore.
Ad ogni modo, per allinearsi alle direttive europee sarà necessario sostituire infissi e caldaie, applicare un cappotto termico e installare i pannelli fotovoltaici. Per gli edifici che dovranno adeguarsi alle direttive si stima un costo medio di circa 60 mila euro ad appartamento.