Milioni di Partite IVA sono a rischio: la Guardia di Finanza sta picchiando duro. Analizziamo nei dettagli la situazione.
Controlli a tappeto da parte dell’Agenzia delle entrate su milioni di Partite IVA. Milioni di autonomi a rischio di sanzioni pesantissime e non solo. Vediamo insieme cosa potrebbe accadere molto presto.
Lotta all’evasione e all’illegalità è su tutti i fronti. Il Fisco non è un nemico ma un controllore severo e giusto sicuramente deve esserlo. Almeno secondo quanto stabilito dall’ultima legge di Bilancio. Da quest’anno si sono rafforzati i controlli delle Partite IVA ritenute sospette. Pertanto il titolare di una partita Iva finita nell’occhio del mirino dovrà dimostrare in presenza la solidità imprenditoriale della propria attività.
Infatti, in Italia, negli ultimi anni, è aumentato il fenomeno delle “partite Iva apri e chiudi” che in questo modo sfuggono alla dichiarazione dei redditi e non versano i contributi, arrecando un serio danno erariale allo Stato. Stando alle prime stime di Unimpresa, attualmente almeno mezzo milione di Partite IVA sarebbero false. La perdita per le casse statali è enorme.
I controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate sono partiti il 16 maggio scorso. Nella legge di Bilancio sono state indicate con precisione le modalità tramite cui il Fisco potrà svolgere i controlli che riguarderanno non solo l’attività professionale ma anche il titolare della Partita IVA.
In particolare il contribuente, se convocato dall’Agenzia delle entrate, dovrà dimostrare in presenza la solidità imprenditoriale della sua attività. Chi non supererà l’esame si vedrà cancellare la sua partita Iva oltre a ricevere una multa di tremila euro.
In seguito potrà, comunque, riaprire una Partita IVA ma solo dopo aver sottoscritto una fideiussione bancaria della durata di tre anni per un importo non inferiore a 50.000 euro. Il Governo Meloni ha deciso di intervenire visto il “boom” delle Partite Iva: nel corso del 2022 ne sono state aperte 501.500, cioè +8,7% rispetto al 2021. E il 20% delle nuove Partite IVA sarebbero state aperte da asiatici.
Ma, secondo le verifiche, almeno una partita Iva su dieci sarebbe falsa. Stando all’ultimo Osservatorio sulle partite Iva pubblicato dal ministero dell’Economia, nel primo trimestre di quest’anno sono state aperte 177.725 nuove partite Iva: il 75,1% sono state aperte da persone fisiche, il 19,1% da società di capitali e il 3% da società di persone. Guardando alla collocazione geografica è emerso che il 48,9% delle Partite IVA aperte nel 2023 sono localizzate al nord, il 21,1% al centro e il 29,8% al sud e nelle isole.
Un dato confortante inerente alla parità di genere sul lavoro è il seguente: oltre il 40% delle nuove Partite IVA sono state aperte da donne. L’obiettivo dell’Esecutivo è di arginare a monte il fenomeno delle Partite Iva fasulle, effettuando, prima dell’attribuzione del numero di partita Iva, controlli automatizzati allo scopo di individuare elementi di rischio, oltre a ispezioni fisiche nei negozi e nelle aziende.
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