Con il Modello 730 con sostituto d’imposta, è il datore che deve effettuare le operazioni di conguaglio, come anticipare la cifra a rimborso.
Se la Dichiarazione dei Redditi viene presentata tramite Modello 730 con sostituto d’imposta, è il datore di lavoro che deve provvedere alle trattenute in busta paga oppure all’anticipo del rimborso.
Nell’ipotesi specifica del rimborso 730, esso va corrisposto dal datore di lavoro, tranne in alcuni casi eccezionali. Quello del datore, tuttavia, è solo un anticipo, perché recupererà l’importo scontandolo dalle imposte dovute per i dipendenti. In particolare, il datore recupera le somme versare con le ritenute IRPEF relative alla retribuzione dei lavoratori del mese successivo a quello di erogazione del rimborso.
Il datore, dunque, non può sottrarsi al pagamento del rimborso IRPEF al contribuente lavoratore dipendente che ha inviato il Modello 730.
La normativa contempla, però, un’eccezione nell’ipotesi di incapienza. Si tratta di una situazione che si verifica quando la cifra dei rimborsi che dovrebbero essere accreditati è maggiore di tutte le ritenute IRPEF da applicare.
Se il datore di lavoro è incapiente, è autorizzato a versare un rimborso di entità minore, pagando, poi, le somme residuali nei mesi seguenti. Nel caso in cui, tuttavia, devono essere pagati più rimborsi perché vari dipendenti sono a credito, il datore, pur essendo incapiente, è obbligato ad accreditare a tutti i lavoratori la stessa percentuale di rimborso.
Il datore di lavoro non può evitare di riconoscere il rimborso IRPEF ai suoi dipendenti. Se è incapiente (cioè l’importo a credito è superiore di quello delle ritenute), però, potrebbe non rimborsare alcune somme.
Gli importi non rimborsati devono essere specificati nella Certificazione Unica di fine anno e il dipendente avrà due opzioni:
In ogni caso, tutti i lavoratori che hanno diritto al rimborso IRPEF e che ricevono il rifiuto al pagamento dal proprio datore dovrebbero rivolgersi ad un esperto, come l’Ispettorato del Lavoro o un avvocato.
Solo per i dipendenti che hanno contratti di lavoro domestico (per esempio, colf e badanti) non sussiste l’obbligo per il datore di provvedere al rimborso IRPEF in busta paga; in tal caso, infatti, l’operazione sarà effettuata direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Ricordiamo, infine, che le somme vengono accreditate nella busta paga di luglio, oppure tra agosto e novembre. La data varia a seconda del momento in cui è stata inviata la Dichiarazione dei Redditi.
Sempre di corsa? Ti capisco, ma ho un trucco che può aiutarti a liberare tempo…
La pressione fiscale in Italia è uno degli argomenti più discussi e sentiti sia da…
L’assicurazione auto è una polizza di responsabilità civile che i proprietari di un autoveicolo devono…
Sicuramente avrete sentito parlare della fine del Mondo in termini di città più a Sud,…
Reduce da un enorme successo agli Oscar, Oppenheimer si è portato casa diverse statuette, tra…
Organizzare una cerimonia di matrimonio tradizionale, al giorno d’oggi, può rappresentare una vera e propria…