Ci sono importanti novità per la fruizione dei permessi 104, per garantire la piena assistenza dei disabili gravi da parte dei loro familiari.
I permessi 104 consentono ai caregivers di soggetti disabili di assentarsi dal lavoro, per 3 giorni al mese, continuando a ricevere l’ordinaria retribuzione.
L’innovazione più rilevante riguarda l’abolizione della figura del cd. referente unico. Fino al mese di agosto 2022, infatti, un solo familiare era autorizzato a richiedere i permessi 104 per assistere il disabile grave. Con la modifica apportata dal Decreto Legislativo n. 105/2022, invece, la possibilità è stata estesa anche a più familiari.
Per esempio, due figli possono accudire il genitore e accedere ai permessi. Non possono, però, assentarsi dal lavoro contemporaneamente, perché le giornate di assenza retribuita vanno utilizzate in maniera alternata tra i vari beneficiari.
In che modo si suddividono i permessi tra tutti gli aventi diritto? È necessario attenersi al limite massimo dei 3 giorni mensili, fruibili anche in maniera frazionata, ad ore. Bisogna, inoltre, inviare apposita richiesta all’INPS e, solo dopo l’autorizzazione dell’Ente, al datore di lavoro. I permessi vanno chiesti ogni mese, specificando il numero di giorni di cui si necessita.
Permessi 104 utilizzabili anche ad ore: attenzione alle regole, altrimenti si perde il beneficio
Abbiamo anticipato che è consentito frazionare i permessi 104 anche in ore, in base a quanto previsto dai contratti collettivi di lavoro. A tal fine, bisogna convertire i 3 giorni a disposizione, a seconda dell’orario di lavoro e dei turni compiuti dal richiedente.
Per esempio, un dipendente con contratto full time ed un orario lavorativo di 40 ore settimanali disposte in 5 giorni (dal lunedì al venerdì) lavorerà, ogni giorno, per 8 ore. Di conseguenza, le 3 giornate di permessi 104 potranno essere suddivise in 24 ore.
Il calcolo, infatti, si effettua secondo la seguente formula: si divide l’orario lavorativo settimanale per il totale di giorni di lavoro in una settimana e si moltiplica il risultato per 3.
Se, invece, il richiedente ha un contratto di lavoro part-time o con orario ridotto, bisogna adattare la percentuale in misura proporzionale. Si valuta l’orario settimanale, lo si divide per i giorni lavorativi effettivi e lo si moltiplica per 3. Per esempio, se si lavora 4 ore al giorno per 6 giorni (cioè 24 ore a settimana) e l’orario pieno è di 40 ore, si potranno richiedere 2 ore di permesso retribuito.
Bisogna, poi, controllare le ore di permesso richiedibili, a seconda dell’orario lavorativo giornaliero. Se quest’ultimo è uguale o superiore a 6 ore, si può usufruire di 2 o più ore al giorno di permesso; se, invece, l’orario lavorativo è inferiore a 6 ore, non si può chiedere più di 1 ora.
La contrattazione collettiva dei dipendenti statali, inoltre, impone che non si possono superare le 18 ore di permesso 104.
In ogni caso, è fondamentale avvertire con largo anticipo il datore di lavoro circa la volontà di richiedere i permessi, per consentire all’azienda o alla Pubblica Amministrazione un’adeguata organizzazione dell’attività produttiva.