Con una società che diventa sempre più vecchia, sono sempre di più le famiglie che si trovano a dover accudire un anziano. Ecco le regole base
Oggi come oggi, le famiglie che si trovano a dover gestire un anziano non autosufficiente in casa sono sempre di più. L’età media è avanzata e, sebbene questo sia un bene per l’umanità, dall’altro non assicura che le persone trascorrano in salute questi anni in più. Inoltre, spesso questi anziani che hanno bisogno di un’assistenza talvolta anche di 24 ore su 24 non hanno una pensione che gli consenta di rivolgersi a una struttura specifica e, di conseguenza, vanno a gravare sulle spalle dei figli o di caregiver che devono barcamenarsi tra il lavoro, la propria famiglia e questo ingente compito.
Oggi, però, vogliamo svelarvi cinque regole importantissime da seguire se state accudendo un anziano in famiglia. Secondo le statistiche, in Italia sono soprattutto le donne le figure che hanno il compito di assistere gli anziani e, in particolar modo, i genitori una volta che invecchiano e necessitano di attenzioni e cure specifiche.
Questo, però, va ad aggravare l’ulteriore peso che solitamente le donne si portano sulle spalle legato soprattutto alla cura dei figli e della casa, compiti che ancora sono per la maggior parte visti al femminile, in Italia. Ecco quindi cinque norme che possono tornarvi utili, se vi trovate in questa situazione.
Come curare un anziano: i consigli della psicologa
Non è affatto semplice prendersi cura ed accudire un anziano, quando ne ha bisogno. Sebbene esistano figure professionali specifiche, come quello dell’Operatore Socio Sanitario, non tutti gli anziani e non tutte le famiglie hanno i fondi sufficienti per assumere una figura di questo tipo.
Inoltre, anche a livello psicologico l’anziano non autosufficiente è fragile, poiché fa fatica ad accettare la vecchiaia e le sue limitazioni e questo è un aspetto da non sottovalutare, soprattutto nella scelta della persona da affiancargli per le cure.
Frequentemente, in riferimento alla cura di un anziano, si sente parlare di capricci. In realtà, però, è sbagliato sminuire queste loro esternazioni a delle semplici lamentele: molto spesso, infatti, attraverso queste manifestazioni cercano di far comprendere quanto quella loro situazione pesi anche a loro stessi e quanto gli dispiaccia costituire un pensiero, per i figli o per chi se ne prende cura. Ecco quindi qualche consiglio per alleggerire questo ingente ed importante compito dell’assistenza all’anziano.
Conoscere la malattia
Così come spiega la psicologa Raffaella Pinna Mastrocinque, il primo passo fondamentale per sapere come entrare in contatto con le esigenze dell’anziano non autosufficiente è quello di conoscere la malattia di cui soffre. Questo è importantissimo, poiché consente di essere preparati a qualsiasi evenienza e permette inoltre di prepararsi psicologicamente al futuro, conoscendo l’andamento di quella determinata patologia.
Chiedete quindi tutto ciò che volete ai medici che hanno in cura l’anziano e specificate loro il vostro ruolo, così che possano scendere anche nel dettaglio di tutte le possibili situazioni in cui potete trovarvi. Sapere a cosa si va incontro è un aiuto non solo per l’anziano, ma anche per chi se ne prende cura: in questo modo, si tutela dalla possibilità di trovarsi di fronte a sintomi apparentemente inspiegabili e situazioni che non si sanno gestire.
Crea una rete di sostegno, per l’anziano e per te
Non pensare di riuscire a fare tutto da solo, sempre. Per quanto tu possa essere l’unica persona che può effettivamente occuparsi dell’anziano, cerca attorno a te delle figure che possano aiutarti nei momenti di difficoltà e in caso di bisogno. Amici, colleghi o vicini di casa possono essere dei veri pilastri, in queste situazioni: l’imprevisto può capitare a tutti e la cosa peggiore è che, in situazioni del genere, a pagarne sia l’anziano bisognoso, che resta solo.
Non tralasciare te stesso e le tue esigenze
Nel tuo percorso da caregiver dell’anziano, non dimenticarti di curare anche te stesso e chi hai intorno. Se hai una famiglia, dedicagli del tempo e cerca di coltivare le tue passioni e di ritagliare del tempo per te stesso. Spesso, le situazioni di cura di un anziano non autosufficiente inglobano ogni energia e ogni secondo del tempo a disposizione: questo, però, può finire per affaticare il corpo e la mente del caregiver, con conseguenze anche importanti.
Proprio per questo motivo, è fondamentale il punto precedente: se sei l’unica persona che può prendersi cura dell’anziano, trova qualcuno che ogni tanto ti sostituisca così che tu possa riprenderti del tempo per te stesso e per la tua famiglia. Ricordati: curare il tuo corpo e la tua mente è importante tanto quanto curare il corpo e la mente dell’anziano.
Considera l’opportunità di strutture specializzate
Se conosci la malattia di cui soffre l’anziano e sai che il decorso sarà lento e sempre di più difficile gestione, considera l’opportunità di affidarlo alle cure di una RSA, prima o poi. Per quanto questo sia un distacco, in realtà l’ostacolo è solo mentale: in queste strutture gli anziani sono curati e gestiti nella maniera ottimale e sono affidati alle mani di persone sapienti e formate proprio per quel lavoro.
Liberati dal senso di colpa
Una delle sensazioni più comuni di chi cura un anziano per molto tempo è quello della colpa. Molto spesso, infatti, i caregiver si sentono stanchi ed esausti sia fisicamente che mentalmente per ciò che fanno. Questo, però, li porta a percepirsi come ingrati, soprattutto se la persona a cui stanno prestando le proprie cure è un genitore che, quindi, negli anni precedenti ha fatto di tutto per la sua famiglia.
Ricordati, però, che prendersi cura di un anziano è molto pesante e che è normale che affatichi corpo e mente. Non sentirti in colpa, ma accetta questa sensazione di sfinimento e accoglila, prendendo del tempo per ricaricarti e per riposarti: questo non significa non dare amore o non interessarsi più, ma semplicemente curare anche sé stessi.
