Prima di chiedere il Tfr anticipato è necessario conoscere alcune informazioni determinati. Vediamo insieme tutti i dettagli.
È abbastanza comune la pratica di chiedere il Tfr – trattamento di fine rapporto- anticipato. Una spesa imprevista, l’acquisto o la ristrutturazione della casa: un dipendente sa di poter contare sul suo piccolo “tesoretto” che può chiedere in qualunque momento della sua carriera. A volte, tuttavia, è decisamente meglio non chiedere un anticipo sul Tfr. In questo articolo vi spieghiamo quando non conviene farlo.
Finire di pagare il mutuo o acquistare la casa ad un figlio; una spesa ingente e improvvisa: sono tante le ragioni per cui un lavoratore dipendente può richiedere di avere il suo Tfr anticipato. Ma non sempre questa scelta si rivela vantaggiosa.
In questo periodo, per fare fronte a varie necessità, un numero crescente di dipendenti pubblici e privati stanno chiedendo un anticipo del Tfr o del Tfs, trattamento di fine servizio. L’Inps ha fatto emergere alcune problematiche e chi chiede ora il Tfr anticipato potrebbe restare penalizzato sotto diversi aspetti.
Tfr anticipato: ecco perché è meglio non chiederlo
Le cattive notizie per quanto riguarda il Tfr riguardano, soprattutto, i dipendenti pubblici. Infatti, in questo periodo, gli interessi applicati sull’anticipo sono saliti alle stelle. È stato calcolato, infatti, che dal 3,6% di gennaio e dal 3,8% di febbraio, ad aprile gli interessi sono arrivati addirittura al 5%.
Ma a cosa si deve questa impennata? Gli aumenti sono legati all’incremento dal Rendistato di Banca d’Italia. In pratica l’anticipo sul Tfr e sul Tfs vengono erogati sommando il rendimento allo spread. Per tutelare gli statali da questi incrementi allarmanti è stato stipulato un accordo tra istituti di credito aderenti all’Abi, l’Associazione bancaria italiana. Non è certo il momento migliore, quindi, per chiedere un anticipo sul Tfr o sul Tfs. Senza contare i tempi di attesa: per ottenere la liquidazione si può dover aspettare anche fino a 5 anni. A tal riguardo a breve dovrà esprimersi la Corte di Cassazione per una riduzione drastica dell’attesa. In particolare per i dipendenti statali che, ad oggi, sono i più penalizzati in tal senso.
Per cercare di tamponare gli effetti negativi dell’aumento degli interessi, è scesa in campo anche l’Inps che ha deciso di erogare – in alcuni casi – Tfr e Tfs per intero, senza il tetto massimo dei 45mila euro, con un tasso attualmente all’1% a fronte, però, un prelievo dello 0,5%. Ma non è tutto: l’Inps ha comunicato di aver stanziato circa 300 milioni di euro per l’istituzione della nuova prestazione di anticipazione ordinaria del TFS/TFR in favore degli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali; solo quest’ultimi, dunque, potranno richiedere direttamente all’Istituto il proprio Tfr o Tfs e a seconda degli importi modificheranno i costi per l’espletamento della procedura amministrativa.