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Come controllare se il datore di lavoro paga i contributi? Il metodo è facile, lo puoi fare con un click

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Antonia Festa

Facile, immediato e accessibile a tutti. Sono le caratteristiche dello strumento che permette di verificare la posizione contributiva.

Per evitare spiacevoli sorprese nel momento in cui si decide di andare in pensione, bisogna controllare che non ci siano irregolarità o anomalie relative alla propria situazione previdenziale.

verifica dei contributi accreditati dal datore
Il metodo per controllare la propria posizione contributiva (Ilovetrading.it)

Molti dipendenti, infatti, sono costretti a fare i conti con buchi contributivi che non pensavano di dover colmare. In alcuni casi, i datori di lavoro privati non versano con regolarità i contributi e i dipendenti sono costretti a posticipare il pensionamento oppure provvedere autonomamente alla correzione dei danni.

Di norma, il datore è tenuto al versamento dei contributi previdenziali all’INPS a favore di propri dipendenti entro il 16 del mese successivo al periodo di retribuzione considerato (per esempio, entro il 16 maggio per la paga di aprile). Il pagamento deve avvenire tramite modello F24 e la cifra viene determinata in base al numero dei dipendenti assunti e agli stipendi percepiti.

Non sempre, tuttavia, i datori adempiono a tale obbligo e accreditano i contributi in ritardo o in misura inferiore a quanto dovuto. In alcuni casi, i versamenti addirittura non avvengono. Per scoprire se il datore versa con regolarità i contributi, si può utilizzare un validissimo metodo messo a disposizione dall’INPS. Si tratta dell’estratto contributivo, richiedibile in maniera gratuita, anche in modalità telematica.

Estratto contributivo: consultare la propria situazione previdenziale è facilissimo!

L’estratto contributivo INPS fotografa la condizione contributiva e previdenziale del lavoratore. È, quindi, un elenco dettagliato di tutti i contributi accreditati nell’arco dell’intera vita lavorativa e comprende, oltre ai versamenti da lavoro dipendente, anche quelli figurativi e da riscatto.

contenuto estratto contributivo
Sul sito dell’INPS è possibile scaricare l’estratto contributivo (Ilovetrading.it)

In questo modo, tutti i contribuenti hanno la possibilità di accertare la propria posizione e verificare eventuali inadempienze da parte del datore.

Nel dettaglio, il documento contiene, oltre ai dati anagrafici del lavoratore, le seguenti informazioni sui contributi:

  • periodo di riferimento;
  • categoria di appartenenza (ad esempio, da lavoro dipendente);
  • numero di giorni, settimane o mesi di contributi versati;ammontare della retribuzione;
  • dati del datore di lavoro;
  • eventuali appunti dell’INPS (ad esempio, “contribuzione da verificare”).

L’estratto conto INPS, inoltre, raggruppa i contributi a seconda della Gestione previdenziale di appartenenza.

Ciascun lavoratore può consultare il proprio documento direttamente dal sito dell’INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS. In alternativa, può chiedere l’estratto tramite un Patronato oppure telefonando il Contact Center dell’Ente previdenziale, ai numeri 803 164 (da rete fissa) oppure 06 164 164 (da rete mobile).

Segnaliamo, tuttavia, che tale estratto contributivo ha solo valore informativo. Se, infatti, si necessita di un estratto con valore certificativo, bisogna richiedere il cd. Ecocert. Quest’ultimo funge da attestazione legale della condizione contributiva e previdenziale registrata all’INPS.

Anche l’Ecocert è accessibile telematicamente, nell’area riservata del sito INPS e può essere scaricato direttamente dall’interessato. Bisogna, però, attendere dei tempi di rilascio, che variano a seconda della complessità della propria situazione.

Il datore di lavoro non versa i contributi: quali sono gli strumenti di difesa del dipendente?

Se dall’estratto contributivo non risultano versamenti accreditati dal datore di lavoro, il dipendente ha la facoltà di contattare l’INPS, che effettuerà le dovute verifiche, avvertendo anche l’Agenzia delle Entrate.

Prima di segnalare le anomalie all’Istituto di Previdenza, il lavoratore può inviare al proprio datore una lettera raccomandata o una PEC di sollecito. Può anche attivare l’Ispettorato del Lavoro.

Qualora all’esito degli accertamenti dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate venga confermato il mancato versamento dei contributi obbligatori, il datore riceve una diffida accertativa ed è costretto a pagare una sanzione pecuniaria, proporzionata alla quantità e alla durata dei contributi omessi. Se l’ammontare dei versamenti non accreditati è superiore a 10 mila euro, il datore sarà sottoposto anche a un procedimento penale.

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