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Pignoramento: cosa rischia chi non ha conto corrente e proprietà? La risposta non è scontata

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Floriana Vitiello

In caso di pignoramento cosa rischia il cittadino che non ha un conto corrente o un bene di proprietà. Scopriamo su cosa si può rifare il creditore.

Il pignoramento è un atto esecutivo che prevede l’espropriazione di un bene mobile o immobile con lo scopo di soddisfare il credito di un soggetto. L’atto di pignoramento ha lo scopo di far valere il diritto del creditore di fronte ad un debitore insolvente. Dunque, si tratta di un vero e proprio strumento di tutela del credito.

Pignoramento: cosa rischia un nullatenente
Pignoramento – ilovetrading.it

Lo strumento del pignoramento può essere utilizzato sia dai creditori privati che dalle banche e dalle società finanziarie. Fermo restando che anche l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di utilizzare il pignoramento per i debiti fiscali non pagati.

Purtroppo il pignoramento ha delle conseguenze estremamente negative, quindi andrebbe sempre evitato dai debitori. La soluzione ideale sarebbe quella di avviare subito una trattativa con l’agenzia di recupero crediti per dilazionare la restituzione del debito o trovare un’alternativa.

Cosa accade ai soggetti che sono sottoposti a pignoramento, ma non sono proprietari né di un conto corrente di né di alcun altro bene?

Pignoramento: non tutti i beni possono essere pignorati

In base a quanto stabilito dalla legge, in particolare dall’articolo 516 del Codice di Procedura Penale, non tutti i beni possono essere pignorati. Di fatto, gli ufficiali giudiziari che eseguono il pignoramento dovranno rispettare determinate regole che gli impediscono di più eseguire l’esproprio forzoso dei seguenti beni:

  • oggetti sacri e di culto;
  • la fede nuziale;
  • i mobili e gli elettrodomestici presenti in casa;
  • oggetti commestibili;
  • armi;
  • animali da compagnia.
Pignoramento: cosa rischia un nullatenente
Pignoramento prima casa – ilovetrading.it

Inoltre, non è possibile pignorare oggetti e strumenti che possono essere utilizzati per lo svolgimento del lavoro o del mestiere del debitore. In questo caso, la legge considera tali oggetti come utili alla sua sussistenza.

Possono essere sottoposti a pignoramento gli autoveicoli e gli immobili, ma solo se non si tratta della prima casa che rientra nella categoria dei beni pignorabili.

Ad ogni modo, i debitori che risultano nullatenenti possono rifarsi all’articolo 496 del Codice di procedura civile, dove si parla di riduzione del pignoramento. Questa opzione è prevista nel caso in cui il debitore riesca a dimostrare che il bene pignorato ha un valore che è superiore rispetto al debito in assoluto.

Anche se il pignoramento serve a tutelare il debitore, l’ordinamento giuridico italiano dispone che il recupero del credito non deve pregiudicare la sopravvivenza del debitore.

Ad ogni modo, se il debitore risulta nullatenente, la legge prevede che sia possibile procedere con il pignoramento della prima casa con le somme di denaro detenute all’estero o in carte prepagate e anche con il 50% dei beni del coniuge, solo se in comunione dei beni.

Ovviamente se il debitore non è intestatario di un immobile, se non ha soldi all’estero e se è sposato in regime di separazione dei beni i creditori non possono far valere il proprio diritto per soddisfare il proprio credito.

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