Scopriamo se condividere lo screenshot di una conversazione privata su WhatsApp si può considerate un reato.
Gli utenti WhatsApp devono stare in allerta, condividere una conversazione privata tramite screenshot fa rischiare grosso.
WhatsApp è molto più di un’app di messaggistica. Permette di inviare foto e video, di fare sondaggi, spedire messaggi che si autodistruggeranno, ascoltare i vocali a velocità doppia, creare avatar ed entrare a far parte di una community. E abbiamo elencato solo in minima parte le funzionalità che l’applicazione mette a disposizione degli utilizzatori.
L’obiettivo di WhatsApp è rendere l’esperienza sempre più completa. Ecco perché ogni ad ogni aggiornamento si arricchisce di un servizio utile o dilettevole. L’app è, così, diventata indispensabile per milioni di cittadini presentandosi come uno strumento multifunzionale. Risulta molto comodo, ad esempio, poter fare lo screenshot di una chat per salvare un’informazione in galleria o inoltrarla ad una terza persona limitando le perdite di tempo. Resta da capire se questa procedura costituisce o meno un reato.
WhatsApp e gli screenshot, si compie un reato?
Ogni utente è libero di fare uno screenshot di una conversazione alla quale ha partecipato per salvarla sul proprio device. Il problema è quando si condividono le immagini con altre persone. Il trasferimento potrebbe, infatti, costituire un reato.
Basta sapere che gli screenshot possono essere prove documentali in una causa proprio come ogni altro mezzo non digitale per capire l’importanza di comprendere come utilizzare tale strumento. Naturalmente il gesto della condivisione di uno screenshot su WhatsApp non costituisce sempre un illecito penale ma solo se si superano determinati limiti.
I limiti da non superare
La giurisprudenza regolamenta la corrispondenza disciplinando, di conseguenza, anche l’invio di chat, email, telefonate. L’articolo 616 del Codice Penale stabilisce, nella fattispecie, come la violazione, la sottrazione o la soppressione della corrispondenza sia punita con la reclusione fino a tre anni. Con riferimento agli screenshot il reato scatta nel momento in cui la foto di una conversazione privata viene inoltrata ad una terza persona senza un apprezzabile motivo e se provoca un danno alla vittima.
L’articolo 617, poi, stabilisce la reclusione fino a 4 anni qualora ad essere diffuse siano riprese o registrazioni ottenute in modo fraudolento. Il reato si configura unicamente nel caso in cui la condivisione del materiale sia stata eseguita con il chiaro intento di danneggiare la reputazione della vittima.
Conclusioni
La Giurisprudenza ha accolto il progresso tecnologico nella normativa di riferimento alla corrispondenza. Significa che violando le direttive si può incorrere, come visto, in reati penali che portano alla reclusione. Attenzione, dunque, a come si gestiscono gli screenshot delle conversazioni WhatsApp.