Nuove regole per l’affitto di case, negozi e capannoni. Adesso si può usare la cedolare secca sui contratti d’affitto.
Le nuove regole sui contratti d’affitto valgono sia per le abitazioni che per gli altri tipi di immobile. Da quest’anno si può utilizzare la cedolare secca sui contratti d’affitto, con interessanti ripercussioni sul mercato immobiliare, che non potrà rimanere indifferente.
In questi giorni stanno facendo notizia gli episodi di sit in di protesta degli studenti delle città universitarie che protestano contro il caro affitto. Quest’ultimo è un fenomeno che si è presentato in maniera molto più aggressiva rispetto al passato, non solo in Italia, ma in tutta Europa, a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo dell’energia. In Italia la situazione è tragica in molte città universitarie, con molti studenti che pur studiando e lavorando contemporaneamente per non pesare sulle famiglie, non riescono comunque a permettersi neanche una stanza figurarsi un appartamento intero.
La situazione può essere tamponata scegliendo in maniera intelligente il regime fiscale del contratto d’affitto. Una possibilità interessante che viene ora applicata agli immobili adibiti ad abitazioni è la cedolare secca, un regime di tassazione introdotto nel 2011 per i contratti d’affitto ad uso transitorio, a canone libero e a canone concordato. La tassazione agevolata sui contratti d’affitto prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva con l’aliquota al 10% sul canone concordato e un’aliquota al 21% sul canone libero. L’aliquota al 10% può essere utilizzata a partire dal 2017 anche per il contratti d’affitto ad uso transitorio oltre che per quelli a canone concordato. Nel 2023 la possibilità di utilizzare la cedolare secca si estenderà anche ad altre tipologie di immobili.
Le modifiche sui contratti d’affitto nel 2023
La più importante novità del 2023 per quanto riguarda i contratti d’affitto per immobili è l’espansione della possibilità di applicare la cedolare secca anche agli affitti di immobili ad uso commerciale e capannoni. Per quanto riguarda i primi, sono ammessi a questo tipo di contratto gli immobili di categoria catastale C/1, ovvero negozi i come botteghe artigiane, bar, ristoranti, caffetterie, barbieri e orologiai. Sono invece esclusi gli immobili di categoria A/10 e C/3, ovvero uffici e laboratori. Gli immobili commerciali ammessi alla cedolare secca devono poi avere una superficie non superiore a 600 metri quadri, escluse le pertinenze.
L’aliquota prevista della cedolare secca pari a 21% o al 10% comprende imposta di bollo, imposta di registro, addizionali regionali e addizionali comunali. Il reddito derivante dalla locazione di immobili con tassazione di questo tipo non rientrano nel calcolo complessivo del reddito a fini IRPEF, ma rientra comunque nel calcolo ISEE, quindi per l’ottenimento di alcune agevolazioni.
I vantaggi della cedolare secca
Questo sistema di tassazione offre indubitabilmente molti vantaggi, ma al netto dell’applicare diversi vincoli a come e quando è possibile applicarlo. In primis c’è da precisare che i contratti per cui si può scegliere la cedolare secca per quanto riguarda gli immobili ad uso commerciale devono essere stati stipulati nel 2023.
La cedolare secca 2023, tuttavia, non vale per i contratti sottoscritti lo stesso anno se al 15 ottobre 2023 risulta in essere tra gli stessi soggetti del contratto non scaduto e interrotto in anticipo rispetto alla scadenza naturale.