Alcuni contribuenti sono tenuti alla presentazione del Modello 730 senza sostituto d’imposta. Cosa vuol dire? Quali conseguenze ci sono sul rimborso?
Dall’11 maggio 2023 e fino al 2 ottobre 2023, si potrà inviare il Modello 730 precompilato all’Agenzia delle Entrate.
Alla fine di tutti gli adempimenti, in relazione ai redditi del 2022, ci possono essere 3 risultati:
- 730 a debito. Il contribuente deve pagare altre imposte, perché quanto versato è inferiore a quanto dovuto;
- 730 a credito. Il contribuente ha diritto al rimborso IRPEF pagato precedentemente;
- il contribuente non deve pagare nulla e non riceve nulla.
Normalmente, il conguaglio è effettuato dall’INPS o dal datore di lavoro. Ci sono, tuttavia, regole diverse per coloro che non hanno un sostituto d’imposta. In questo caso, infatti, va presentato il cd. Modello 730 senza sostituto, che varia dalla normale Dichiarazione dei Redditi non per la documentazione, ma per le istruzioni per la sua compilazione, per i tempi necessari per il rimborso IRPEF e per le eventuali dichiarazioni a debito.
Sono tenuti alla presentazione del Modello 730 senza sostituto d’imposta: i contribuenti che hanno perso il lavoro, colf, badanti e lavoratori domestici, eredi (in relazione ai redditi percepiti dal defunto prima della data del decesso). In questo caso, nella Dichiarazione dei Redditi, va indicato:
- la lettera A, nella casella “730 senza sostituto“;
- nella sezione “Dati del sostituto d’imposta che effettuerà il conguaglio“, va selezionata la casella “Mod. 730 dipendenti senza sostituto”.
Il Modello 730 senza sostituto d’imposta può essere presentato sia tramite un CAF sia con il precompilato. Per quanto riguarda le detrazioni IRPEF spettanti e le scadenze da rispettare, inoltre, non ci sono differenze con il normale Modello 730.
Quando arriveranno i rimborsi del Modello 730 senza sostituto?
Rispetto al normale Modello 730, con quello privo di sostituto d’imposta, variano i tempi per i rimborsi IRPEF e le regole per il 730 a debito.
Poiché manca il datore di lavoro che effettua il conguaglio IRPEF, se dalla Dichiarazione emerge un credito, il pagamento avviene direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Si dovrà, però, attendere molto di più; mentre, infatti, il datore di lavoro paga il rimborso IRPEF nella busta paga di luglio, l’Agenzia delle Entrate provvede a partire dal mese di novembre/ dicembre.
Per ottenere l’importo spettante, bisogna compilare il Quadro RX della Dichiarazione e specificare il proprio codice IBAN. Altrimenti, il contribuente può stabilire di usare l’ammontare a titolo di compensazione rispetto ad altri debiti.
La richiesta per il rimborso va inoltrata tramite i servizi telematici offerti dall’Agenzia delle Entrate, cliccando sulla sezione “Servizi per – Richiedere – Accredito rimborso e altre somme su c/c“. La domanda, tuttavia, può essere inviata anche tramite PEC.
Un procedimento simile va effettuato nel caso in cui dal Modello 730 emerga un debito IRPEF. In questo caso, il versamento va compiuto direttamente dal contribuente tramite modello F24, dal mese di luglio. Se, invece, il dichiarante ha richiesto ausilio ad un CAF, sarà quest’ultimo a fornirgli il modello F24.
Nel caso in cui il Modello 730 precompilato senza sostituto d’imposta è stato inviato dal contribuente direttamente all’Agenzia delle Entrate, attraverso la procedura telematica, è possibile provvedere al pagamento dal sito web dell’Ente, oppure stampare il modello F24 dalla propria Area personale.