Continua la guerra tra lo Stato e l’evasione fiscale, combattuta a suon di controlli. I prossimi partono contro il lavoro in nero.
L’Agenzia delle Entrate è prona a far partire nuovi controlli delle autorità contro i datori di lavoro che assumono a nero. Questi controlli saranno a tappeto su tutto il territorio nazionale, a garanzia che tutti facciano la propria parte e nessuno evada le tasse.
Il lavoro in nero è da sempre una delle piaghe del sistema lavorativo italiano. Ci sono moltissimi imprenditori in giro per la penisola che assumono lavoratori senza contratto, magari giovani alle prime armi o extracomunitari, approfittando della disperazione di questi ultimi. Tipicamente questi rapporti di lavoro sono a senso unico, con paghe molto più basse del normale, condizioni di lavoro non a norma, bassi livelli di tutela dei lavoratori e parziali o nulli pagamenti delle tasse relative ai lavoratori. Il Governo intende fermare questo fenomeno con un deciso intervento delle forze dell’ordine, in particolare della Guardia di Finanza.
I controlli sono già in corso da mesi e l’Agenzia delle Entrate può contare su un aiuto extra per i verificare ogni spostamento di denaro in Italia. Si tratta del nuovo algoritmo VeRa, che permette di confrontare in maniera automatica e istantanea i dati relativi ai pagamenti tracciabili effettuati tramite carte di pagamento, bonifici, assegni circolari e altre forme di pagamento ed eccezione del denaro contante. Vista la comodità d’uso dei pagamenti digitali e la loro esplosione di popolarità per via dello shopping online, VeRa può vegliare sulla maggior parte delle operazioni in Italia al posto degli agenti.
Come funziona VeRa e come si attivano i controlli per operazioni a nero
La maggior parte dei controlli dell’Agenzia delle Entrate si svolgono davanti a un computer in totale segretezza rispetto all’esterno. Il programma è in grado di incrociare i dati di diverse banche dati, in particolare quella relativa ai conti bancari dell’Agenzia delle Entrate e l’Anagrafe Tributaria. Qualora il programma segnalasse un’operazione sospetta, gli agenti potrebbero agire in prima persona con degli esami più approfonditi. Le operazioni sospette sono principalmente quelle che prevedono grandi importi di denaro, specialmente se arrivano da conti bancari che normalmente eseguono operazioni di molto meno valore.
Un secondo campanello d’allarme è la possibilità di molti ritiri di contanti fatti in poco tempo, che potrebbe suggerire l’accumulo di denaro contante per un’operazione illegale oppure di pagamento a nero. Grazie a questi controlli il Fisco può tenere d’occhio la situazione in totale anonimato. Il Garante della Privacy ha dato il suo ok all’utilizzo del programma perché soddisfatto della funzione che blocca VeRa dal captare anche i dati anagrafici della persona a cui sono riferiti i dati computati. Tali dati verranno consultati soltanto da agenti umani.
I segnali che fanno pensare ad un guadagno a nero
In un mondo in cui è molto più facile pagare con soldi digitali che non contanti, fa sempre sorgere un sospetto il deposito di una somma ingente di denaro tutta insieme. Questo potrebbe, in maniera un po’ assurda, ma plausibile, essere il deposito di un tesoretto trovato da qualche parte in cantina, ma più comunemente si tratterebbe del deposito di qualcuno ha da delle entrate a nero derivante dal suo lavoro.
Nella maggior parte dei casi, poi, sono gli stessi lavoratori a segnalare alla Guardia di Finanza le condizioni contrattuali fuori norma a cui sono sottoposti.