Importanti novità sul fronte delle pensioni. La notizia arriva dall’Inps. Vediamo come fare per andare in pensione a 62 anni.
In Italia l’età pensionabile è 67 anni. Tuttavia ci sono diverse strade per riuscire ad andare prima in pensione. L’Inps ha di recente informato i contribuenti in merito ad alcuni cambiamenti importanti.
Che ci piaccia oppure no, la maggior parte di noi dovrà aspettare di aver compiuto almeno 67 anni per poter andare in pensione. Sempre ammesso di aver raggiunto 20 anni di contributi: diversamente si dovrà continuare a lavorare. Chi ha iniziato a lavorare molto giovane può ritirarsi, a prescindere dall’età anagrafica, al raggiungimento di 41 anni e 10 mesi di contributi se è una donna o al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi se è un uomo.
Questo è quanto stabilito dall’ex ministro Elsa Fornero con la sua legge. Legge caldamente sostenuta dall’Europa – in quanto considerata garanzia di stabilità economica per il Paese – ma che il Governo di Giorgia Meloni intende superare al più presto per consentire ad un numero crescente di lavoratori di andare prima in pensione. Tuttavia esistono modi per ritirarsi prima dal lavoro: Opzione donna e Ape sociale sono solo due delle strade percorribili anche se si rivolgono a platee ben specifiche. Anche ai lavoratori con disabilità è riconosciuto il diritto di prepensionamento.
In pensione a 62 anni: ecco cosa cambia
Come anticipato in Italia esistono diverse strade per poter andare in pensione prima di aver compiuto 67 anni. Una delle opzioni più recenti è Quota 103, introdotta dal Governo Meloni per sostituire Quota 100. La misura nata in casa Lega – che permetteva di andare in pensione 62 anni con 38 di contributi- infatti, è stata abolita nel 2021.
L’Inps ha recentemente aggiornato le procedure proprio per la definizione delle domande di pensionamento anticipato con Quota 103. Questa misura consente di andare i pensione a 62 anni purché se ne abbiano almeno 41 di contributi. Quota 103 si rivolge a tutti i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme sostitutive ed esclusive gestite dall’Inps nonché alla Gestione separata. Sia i requisiti anagrafici che quelli contributivi devono essere raggiunti entro e non oltre il 31 dicembre 2023.
Quota 103 dà diritto all’accesso alla pensione dopo un periodo di tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti nel caso di lavoratori dipendenti da datori di lavoro diversi dalle Pubbliche amministrazioni e per i lavoratori autonomi. In questa situazione la decorrenza della pensione non può comunque essere anteriore al 1° aprile 2023.
Dovranno, invece, attendere sei mesi dalla maturazione dei requisiti i lavoratori dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni e la decorrenza della pensione non può comunque essere anteriore al 1° agosto 2023. Le novità non sono finite. L’Inps ha confermato anche le modalità di accesso alla pensione per il personale Afam e della scuola, rispettivamente al 1° novembre e al 1° settembre dell’anno di raggiungimento dei requisiti.