Probabile fine del rialzo dei tassi ma timori sulle banche: gli investitori si sentono disorientati e la crisi potrebbe essere vicina.
Le comunicazioni della Federal Reserve sono sempre vivisezionate dai trader che cercano di individuare spunti operativi utili. Come sappiamo la banca centrale degli Stati Uniti ha un’influenza profonda sulle borse e le sue scelte in materia di politica monetaria sono capaci di rivitalizzare un mercato o di mandarlo KO. Durante la pandemia di Covid è stato proprio il taglio a zero del costo del denaro intrapreso dalla banca centrale americana a far rimbalzare i mercati di tutto il mondo. Ultimamente le comunicazioni della Fed sono diventate in un certo senso contraddittorie.
Da una parte la banca centrale degli Stati Uniti annuncia che probabilmente l’aumento dei tassi è giunto al capolinea. Da quando è arrivata la forte inflazione l’istituzione guidata da Jerome Powell ha aumentato in modo marcato i tassi di interesse e questo ha creato turbolenze e apprensioni sulla borsa. La probabile fine del percorso di aumento dei tassi viene giù giudicata positivamente, dunque, dai mercati. Contemporaneamente però la Federal Reserve quasi come una Sibilla del passato dice che la crisi bancaria rende la recessione più probabile e questo logicamente non fa felici gli investitori.
Questi due messaggi apparentemente contraddittori in realtà potrebbero nascondere un’unica verità di fondo. Potrebbe essere che la banca centrale degli Stati Uniti si sta preparando ad una grossa crisi bancaria anche maggiore di quanto attualmente temuto. La recessione potrebbe essere dietro l’angolo e la fine del percorso dell’aumento dei tassi più che essere giustificata dai dati positivi sull’inflazione potrebbe proprio essere motivata dal cominciare a prepararsi alla nuova crisi in atto.
Dunque mentre tanti festeggiano la fine del percorso di aumento dei tassi c’è chi vede nella nuova politica della banca centrale le avvisaglie di un problema più profondo sulle banche che potrebbe portare anche ad una debacle dei mercati già nella seconda metà del 2023 o nel 2024.
Staremo a vedere se queste fosche previsioni si concretizzeranno. I timori sono proprio quelli che i messaggi lanciati dalla Fed in realtà stiano preparando il terreno a strumenti monetari finalizzati proprio a contenere la nuova emergenza. Sulla stampa ormai non si parla quasi più della crisi bancaria ma gli esperti sanno bene che il problema è tutt’altro che risolto.
L’ottimismo su una pausa nel percorso di aumento dei tassi di interesse nasce proprio dal fatto che la Fed per la prima volta nel suo comunicato non ha parlato dei prossimi aumenti. La banca centrale ha aumentato i tassi di interesse portandoli tra il 5 e il 5,5%; si tratta addirittura del decimo aumento consecutivo e restiamo sempre sui 25 punti base. Tuttavia il fatto che non si parli dei prossimi aumenti ha gettato una ventata di ottimismo. Come dicevamo, però, i più scettici ritengono che questo stop sia giustificato più dal problema della crisi bancaria che dai dati sul fronte dell’inflazione.
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