La Legge di Bilancio e il Decreto Milleproroghe hanno introdotto delle novità anche in merito all’IMU 2023: ecco quando non si paga
Per il pagamento dell’acconto dell’IMU 2023 la data di scadenza è il 16 giugno 2023 mentre, per la presentazione della dichiarazione IMU si ha tempo fino al 30 giugno. Questa può essere presentata o trasmessa telematicamente al Comune entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di inizio del periodo di possesso dell’immobile ed ha effetto anche per gli anni successivi, a meno di modifiche ingenti. Se anche tu ti stai accingendo al pagamento, però, scopri i casi in cui l’IMU non va pagato.
IMU sta per Imposta Municipale Propria ed è un tributo istituito nel 2011 dal governo Monti nella manovra Salva Italia. Questo viene pagato a livello comunale in merito al possesso di beni immobiliari: se fino al 2013 è valso anche sull’abitazione principale, da dieci anni ormai su quella non vige più. In realtà, però, ci sono anche altre situazioni in cui non va pagato: eccole tutte.
IMU, quando non pagarlo: tutte le specifiche
Secondo la legge, l’Imposta Municipale Propria va pagata su fabbricati diversi dall’abitazione nella quale si è residenti, su fabbricati signorili e quindi di lusso, su aree fabbricabili e su terreni agricoli. Questa tassa, quindi, ad oggi non va pagata sull’abitazione principale nella quale si è residenti e, secondo le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2023, ne sono esenti anche i proprietari di immobili occupati che hanno presentato regolare denuncia.
Inoltre, sono esenti dal pagamento dell’IMU gli immobili non utilizzabili e disponibili per i quali c’è stata una denuncia giudiziaria. Rientrano quindi quelli che hanno subito violazione di domicilio, l’invasione di terreni e edifici o l’occupazione abusiva. Per godere dell’esenzione, chi dovrebbe pagarne l’IMU deve presentare al Comune una comunicazione specifica per via telematica, nella quale attesti il possesso dei requisiti per l’esenzione.
Per quanto riguarda le abitazioni concesse in comodato d’uso a parenti in linea diretta, come da genitori a figli, c’è uno sconto del 50% per quanto riguarda l’IMU. Il contratto di comodato dev’essere regolarmente registrato, il comodante deve risiedere in Italia e, oltre all’abitazione in cui vive, può possedere un altro immobile adibito ad abitazione principale. Il comodante, inoltre, deve avere la residenza anagrafica ed anche il domicilio nel comune in cui è situata l’abitazione per la quale ha il comodato d’uso.