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Lavoro

Smartworking, dal 30 giugno cambia tutto: brutte notizie per questi lavoratori

Tutte le categorie di lavoratori subiranno la revoca della possibilità di lavorare da casa. In alcuni casi, c’è ancora qualche speranza.

Negli ultimi anni, lo smart-working ha rivoluzionato il mondo del lavoro, consentendo a molti dipendenti di svolgere le proprie mansioni da casa o da luoghi diversi dall’ufficio tradizionale. Tuttavia, sembra che questa tendenza stia vivendo un momento di cambiamento significativo, con sempre più aziende che decidono di abbandonare o ridurre drasticamente il ricorso allo smart-working, e optare per il ritorno al lavoro in presenza.

La fine dello smart-working e il ritorno al lavoro in presenza stanno diventando una realtà sempre più diffusa – ilovetrading.it

Ci sono diverse ragioni dietro questa inversione di rotta. In primo luogo, molti datori di lavoro hanno constatato che, nonostante i vantaggi dello smart-working in termini di flessibilità e conciliazione vita-lavoro, si sono verificate alcune criticità. La mancanza di interazioni faccia a faccia ha limitato la collaborazione e la comunicazione tra i membri del team, rallentando i processi decisionali e riducendo l’efficienza complessiva.

In Italia, la possibilità di lavorare da casa è stata revocata per quasi tutte le categorie professionali da qualche mese e, finora, era rimasta in vigore solo per i lavoratori considerati “fragili” (sia nel settore pubblico che in quello privato) e i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni (solo nel settore privato). Entro il prossimo 30 giugno, però, il periodo di proroga per queste categorie scadrà. Di conseguenza, a meno di una nuova proroga, tutti i dipendenti dovranno ritornare a lavorare in sede.

Sarà ancora possibile lavorare in smart-working? Ecco quali sono le opzioni possibili

Al momento attuale, a meno che il ministro del Lavoro Calderone non emetta un nuovo provvedimento governativo, tutti i lavoratori, inclusi quelli “fragili” e i genitori di figli al di sotto dei 14 anni, dovranno ritornare a lavorare in sede a partire dal 1° luglio.

Tuttavia, la legge offre comunque la possibilità alle singole aziende di concordare nuove proroghe privatamente con i propri dipendenti, e anche in questo caso i lavoratori appartenenti alle due categorie sono favoriti.

Lo smart-working sarà ancora possibile grazie agli accordi privati tra azienda e dipendente – ilovetrading.it

Infatti, grazie alla “protezione” garantita dalla legge 81 del 2017 e dal decreto legislativo 105 del 2022, “i datori di lavoro pubblici e privati stipulano accordi per svolgere l’attività lavorativa in modalità flessibile”, ma devono dare “priorità” alle richieste dei lavoratori con figli fino a dodici anni di età, o senza limiti di età nel caso di figli con disabilità (come stabilito dall’articolo 3, comma 3 della legge 104 del 1992), o alle richieste dei lavoratori con disabilità gravi (come stabilito dall’articolo 4, comma 1 della legge 104 del 1992) o che siano caregivers.

Inoltre, nel momento in cui i lavoratori di queste categorie chiedono di beneficiare del lavoro flessibile, “non possono essere soggetti a sanzioni, declassamenti, licenziamenti, trasferimenti o ad altre misure organizzative che possano influire negativamente sulle loro condizioni lavorative”. Utilizzando il termine “priorità”, si intende indicare che se più lavoratori richiedono tale agevolazione e bisogna fare una selezione, le richieste dei dipendenti appartenenti alle categorie “protette” saranno considerate prioritarie.

In sintesi, lo smart-working ha rappresentato una rivoluzione nella vita dei lavoratori. Sebbene in questo momento ci sia un’inversione di tendenza, è chiaro che da adesso in poi le aziende saranno ben consapevoli delle potenzialità del lavoro da remoto per il benessere dei loro dipendenti.

Paolo Pontremolesi

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