Tante novità sulle varie pensioni dell’INPS: vediamo cosa cambia dal prossimo mese.
Arrivano i chiarimenti dell’INPS relativamente alle pensioni. Quelle pagate a maggio hanno suscitato dubbi e domande da parte dei cittadini e l’INPS sta facendo rilevanti comunicazioni. Innanzitutto l’istituto guidato da Pasquale Tridico ha chiarito che le pensioni di reversibilità, vecchiaia ma non quelle di invalidità di maggio sono state soggette a trattenute IRPEF e al pagamento dell’addizionale comunale e delle addizionali locali. Quindi la pensione netta di questo mese è stata più bassa.
L’Inps è il sostituto d’imposta dei pensionati e ha dovuto mettere in campo tutta una serie di operazioni di verifica. A seguito di queste verifiche ci sono stati conguagli in molti casi ma anche abbassamenti della pensione. I pensionati con un reddito annuo inferiore ai 18.000 euro e con debito Irpef superiore a 100 euro hanno potuto avere il debito d’imposta e questo avviene in un massimo di 11 rate. Per quanto riguarda invece i pensionati con reddito annuo sempre superiore a 18.000 euro e con debito Irpef inferiore a 100 euro, le trattenute ci sono state già nel mese di marzo.
Gli aumenti delle pensioni minime ancora non si vedono. Infatti ancora per il mese di maggio i famosi aumenti delle pensioni più basse non sono stati erogati. Finalmente l’aumento delle pensioni minime dovrebbe arrivare a giugno insieme agli arretrati. Chi percepisce la pensione minima avrebbe dovuto vedere questo strumento aumentare fino a 563 euro al mese da gennaio. Gli over 75 ancora non hanno ricevuto il famoso aumento fino a circa 600 euro al mese.
Ricordiamo infatti che per chi abbia superato i 75 anni di età la pensione minima dovrebbe essere portata a 597 euro ma ancora questi aumenti non sono stati accreditati. A giugno questa incresciosa situazione dovrebbe rientrare e i pensionati dovrebbero vedersi accreditare non solo gli importi aggiornati ma anche tutti quelli mancati nei mesi precedenti a partire da gennaio.
Novità in arrivo anche per le pensioni dell’anno prossimo. In base a quanto si evince dal DEF la tanto sperata Quota 41 non potrà partire nel 2024.
Non ci sono coperture sufficienti per questa riforma desiderata dal Governo e soprattutto dalla Lega. Di conseguenza per l’anno prossimo probabilmente ci sarà una mera riproposizione delle misure di quest’anno. Non c’è ancora nulla di chiaro e di stabilito ma nel 2024 probabilmente le uscite anticipate dal lavoro saranno possibili soltanto con la Quota 103, Opzione Donna ed APE sociale. Non è ancora chiaro se queste misure saranno tutte confermate o se ci saranno delle modifiche ma attualmente il quadro appare orientato in questa direzione.
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