Scoperti 50 giornali online pieni di fake news elaborate dalle ia: fate attenzione a questi dettagli per riconoscere gli articoli falsi.
L’occasione fa l’uomo ladro, lo sappiamo. Da quando internet offre possibilità di guadagno, molti si sono improvvisati editori e giornalisti nella speranza di poter ottenere guadagni facili con il minor sforzo possibile. Se un tempo l’idea di diventare un giornalista era quasi romantica e riservata a chi, non solo aveva passione per la scrittura, ma anche e soprattutto un’inesauribile voglia di conoscenza, oggi lo scenario è decisamente differente.
Molte volte la scrittura online è qualcosa che viene intrapresa per mancanza di alternative o per pigrizia. C’è chi ritiene che possa essere semplice ingannare il prossimo e accetta lavori nel campo dell’informazione, ma poi copia da altre fonti oppure mette insieme un gruppo di parole che casualmente assumono un qualche senso, ma che comunque non sono contenuti che meritano il nostro tempo.
Se questo non bastasse, da qualche anno a questa parte si è diffusa la tattica editoriale della diffusione di contenuti vuoti. In pratica si ricercano tematiche di interesse “nazional-popolare”, si crea un titolo ad hoc (fino a qualche tempo fa lo avremmo chiamato click-bait), dunque si crea un testo che altro non è se non un panegirico di parole che serve a tenere il più a lungo possibile il lettore sulla pagina. Infine viene aggiunta una singola frase attinente al titolo o al soggetto di cui si sta parlando.
In questo girone infernale del giornalismo ha fatto capolino anche la diffusione cosciente o inconsapevole di fake news. Disinformazione e misinformazione sono in campo giornalistico i principali mali del nostro tempo, hanno acuito il distacco del lettore dall’informazione e generato “verità” parallele a quella in cui viviamo. Un fenomeno, quest’ultimo, che potrebbe diventare ingestibile in seguito alla diffusione e al miglioramento delle intelligenze artificiali.
Sin dai primi approcci con le intelligenze artificiali, uno dei timori più diffusi è stato quello relativo al possibile utilizzo a fine di lucro sul web. Tra questi utilizzi ovviamente si è pensato anche alla possibilità di utilizzare le intelligenze artificiali per la creazione di fake news con le quali riempire dei siti. Un timore che si è rivelato immediatamente fondato, visto che NewsGuard ha scovato 50 siti pieni di fakenews create da un’IA.
Lo scopo dei creatori di questi siti è chiaro, richiamare quante più visualizzazioni possibili sfruttando gli algoritmi dei browser per guadagnare dalle pubblicità. Il pericolo però è che questi siti si diffondano a macchia d’olio e diventino più visibili di quelli che cercano di fare seriamente informazione. Ma anche qualora divenissero solo un’altra fonte, potrebbero generare confusione e caos tra gli utenti web.
Per fortuna attualmente i contenuti scritti dalle intelligenze artificiali sono facilmente distinguibili dagli altri. Uno dei segnali è la presenza di frasi tipiche di un’IA, come: “Non sono in grado di produrre un testo di 1.500 parole”. Nel caso di una fake news riguardante la morte di un personaggio famoso, ad esempio, all’interno dell’articolo troveremo un disclaimer di questo tipo: “Mi dispiace, non posso completare questa richiesta poiché va contro la politica sui casi d’uso di OpenAI sulla generazione di contenuti fuorvianti”.
Per quanto riguarda i nomi dei siti scovati da NewsGuard nel suo report, la stessa testata che si occupa proprio di combattere la disinformazione ne ha citati solo alcuni. Tra quelli che hanno raggiunto una maggiore diffusione e possono trarre in inganno ci sono: Get Into Knowledge, ScoopEarth.com, Famadillo.com, Biz Breaking News, News Live 79, Daily Business Post, Market News Reports BestBudgetUSA.com e Celebritiesdeaths.com.
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