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Accertamento fiscale in arrivo: non fare questa cosa così comune

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Samanta Airoldi

In caso di un accertamento da parte del Fisco, c’è una cosa che non dovrebbe mai essere fatta. Vediamo di cosa si tratta.

Tempo di dichiarazione dei redditi fa rima con tempo di accertamenti fiscali. Vediamo insieme cosa non bisogna mai fare nel caso in cui il Fisco venisse da voi a fare un controllo. Per milioni di contribuenti, in questo periodo, ogni momento potrebbe essere quello buono per ricevere visite da parte del Fisco. L’Agenzia delle Entrate è responsabile del corretto adempimento degli obblighi fiscali dei contribuenti, con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale. Per raggiungere questo obiettivo il Fisco adotta una serie di attività di controllo.

Accertamento fiscale, cosa non fare
È tempo di accertamenti fiscali-(Ansa foto)- Ilovetrading.it

La riforma fiscale a cui sta lavorando il Governo Meloni porterà cambiamenti anche per quanto riguarda gli accertamenti. Infatti, probabilmente, ci saranno inasprimenti dei controlli. L’obiettivo dell’Esecutivo è fare in modo che tutti paghino le tasse ma anche che queste siano più basse. All’abbassamento delle aliquote Irpef e alle agevolazioni Ires per le aziende si affiancheranno, dunque, attività di controllo più intense.

Accertamento fiscale: ecco cosa non bisogna fare

Gli accertamenti fiscali seguono step precisi per appurare che tutto sia in regola. Ci sono errori molto comuni che tutti commettiamo ma che possono compromettere l’esito di un controllo a nostro svantaggio e, in casi estremi, possiamo vederci pignorare il conto corrente. Vediamo cosa non deve mai essere fatto in caso di controlli da parte del Fisco.

Cosa non bisogna fare in caso di accertamento fiscale
Il Fisco procede con controlli automatizzati sulle tasse pagate/ Ilovetrading.it

In una prima fase i metodi accertativi sono quelli automatizzati su tutte le dichiarazioni dei redditi depositate. In questa prima fase l’Agenzia delle Entrate controlla la congruità dei dati dichiarati. In parole povere per ogni contribuente viene fatta una stima delle tasse che dovrebbe pagare e questo dato viene confrontato con la dichiarazione effettuata.

Nel caso in cui i controlli automatizzati facessero emergere delle irregolarità, a quel punto si passa alla seconda fase: l’incrocio dei dati. Verranno tenute d’occhio,  ad esempio,  attività anomale sul conto corrente del contribuente o entrate sospette che non trovano riscontro nelle dichiarazioni dei redditi. Pertanto non bisogna mai omettere entrate diverse dallo stipendio nella dichiarazione dei redditi: questo fa immediatamente scattare i controlli e può portare ad esiti imprevisti.

Se in base a questi controlli dovesse emergere un’anomalia, allora parte l’avviso di accertamento. Con l’avviso di accertamento il Fisco in genere contesta al contribuente un mancato pagamento di tasse e richiede il versamento delle somme dovute.

Si badi bene che, in caso di accertamenti fiscali, non è l’Agenzia delle Entrate che deve dimostrare l’evasione fiscale, ma il contrario: è il contribuente che ha l’onere di dimostrare di non aver evaso. Il contribuente che riceve un avviso di accertamento ha due opzioni: rifiutarsi di pagare e fare ricorso;  accettare la richiesta del Fisco e in questo caso ottiene una riduzione della sanzione.

In caso di notifica di un avviso di accertamento senza invito al contraddittorio, il contribuente può seguire una terza strada: quella di richiesta all’Agenzia delle Entrate della formulazione della proposta di accertamento con adesione. In questo caso, il contribuente potrebbe ottenere una riduzione della sanzione nella misura di 1/3 del minimo previsto dalla legge.

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