Attenzione ai trucchetti della normativa che lasciano a bocca asciutta chi pensava di aver diritto alla pensione.
Per gli italiani la pensione è un grande sogno e chi si trova a pochi anni o a pochi mesi dai fatidici 67 anni di età non vede l’ora di potersi riposare. Dopo una vita passata al servizio del datore di lavoro, poter tornare ad essere una persona che autodetermina il proprio tempo non è poco. Soprattutto si desidera avere tempo per i propri svaghi, i propri hobby e per l’amore da dare ai figli e ai nipoti.
Ma concretamente che cosa succede se quando si arriva alla pensione si scopre che non si hanno i requisiti e che dunque di questo strumento previdenziale non si può fruire? Parliamo di una tragedia che colpisce purtroppo tanti Italiani. Le regole della previdenza italiana sono assurde e contorte e quando si arrivano a fare i calcoli alla fine della carriera qualche brutta sorpresa può sempre capitare. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza perché ogni Governo ha sistematicamente cambiato le regole per il pensionamento creando una giungla normativa che ha detta degli esperti è un disastro.
In linea di principio arrivato a 67 anni di età e con 20 anni di contributi il lavoratore ha diritto ad andare in pensione. La pensione di vecchiaia copre proprio questa situazione. Tutti quelli che raggiungono la combinazione dei 67 anni di età e 20 anni di contributi sanno che possono percepire questo emolumento che molto spesso è basso ma che comunque dovrebbe essere una certezza.
Chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 oltre a questi due requisiti ne ha uno in più che a giudizio degli esperti è quasi una trappola. Infatti chi ha cominciato a lavorare dopo la data che abbiamo visto prima, deve raggiungere un determinato importo minimo per poter andare in pensione altrimenti questa non viene erogata e bisognerà attendere addirittura i 71 anni per potersi ritirare dal lavoro. In concreto si perdono così quattro anni di pensione.
Tuttavia ci sono modi per recuperare contributi extra. Per esempio si può riscattare il periodo del servizio militare oppure si può riscattare il periodo della laurea o altri periodi per i quali è previsto questo strumento. Quando si arriva a 67 anni di età e si è cominciato a lavorare dopo il ’95, l’assegno pensionistico deve essere pari ad 1,5 volte l’assegno sociale. In concreto se non si raggiungono almeno i 750 euro al mese la pensione slitta a 71 anni.
Il paradosso però è che il lavoratore potrebbe anche godere della pensione anticipata contributiva a 64 anni di età ma l’importo stavolta è richiesto come pari ad almeno 1408 euro al mese. Una tagliola ancora più forte perché parliamo di 2,8 volte l’assegno sociale. Secondo i CAF questi vincoli sono null’altro che un pretesto per lasciare tanti pensionati a bocca asciutta e di questi tempi ciò può essere drammatico.
Sempre di corsa? Ti capisco, ma ho un trucco che può aiutarti a liberare tempo…
La pressione fiscale in Italia è uno degli argomenti più discussi e sentiti sia da…
L’assicurazione auto è una polizza di responsabilità civile che i proprietari di un autoveicolo devono…
Sicuramente avrete sentito parlare della fine del Mondo in termini di città più a Sud,…
Reduce da un enorme successo agli Oscar, Oppenheimer si è portato casa diverse statuette, tra…
Organizzare una cerimonia di matrimonio tradizionale, al giorno d’oggi, può rappresentare una vera e propria…