Arriva una nuova stangata da parte dell’INPS. Calano gli assegni e i pensionati vengono lasciati soldi davanti all’aumento delle spese.
Brutte notizie per i percettori delle pensioni minime. L’INPS mette comunica che gli assegni si abbasseranno per tutti nonostante la promessa elettorale di un aumento generale che permettesse a tutti di avere quantomeno il minimo per poter vivere decentemente.
Quello delle pensioni minime è da anni uno dei tanti problemi del sistema delle pensioni italiano. La prestazione dovrebbe essere una possibilità di reddito minimo che l’INPS erogherebbe a quei pensionati che non hanno, per una ragione o per un’altra, raggiunto il numero minimo di anni di contributi necessari per arrivare alla pensione di vecchiaia. La pensione minima sarebbe quindi una prestazione di emergenza per quelle persone che non hanno nient’altro per poter sopperire alla propria sopravvivenza e dovrebbe essere sufficiente per garantire una vita dignitosa al percettore. Per anni, invece, l’assegno della pensione minima è stato accusato di non essere abbastanza per provvedere alla vita di chi lo percepisce.
Il problema delle pensioni minime è che sono di fondo una perdita per lo Stato e costano moltissimo a fronte di un recupero nullo. In un sistema pensionistico in cui si spende moltissimo per le pensioni anticipate e quelle di vecchiaia, le pensioni minime sono quelle che più di tutte vengono lasciate indietro. Per questo motivo aveva fatto molto parlare la proposta fatta in campagna elettorale da Forza Italia, nella persona del leader Silvio Berlusconi, di aumentare le pensioni minime a 1.000 euro al mese nel 2023. Il Governo di centrodestra ha fatto sua questa promessa, ma a causa della mancanza di fondi la rivalutazione sarebbe arrivata ad aumentare la prestazione solo fino a 600 euro al mese.
Nel primi mesi del 2023 non è stato registrato nessun aumento per le pensioni minime. La rivalutazione di gennaio ha portato a un aumento di tutte le prestazioni pensionistiche del 7,3% del proprio valore, ma nel caso delle pensioni minime questo è decisamente troppo poco per arrivare ai 600 euro al mese promessi. Oggi arriva, invece, la comunicazione da parte dell’ente previdenziale che l’aumento delle pensioni minime del 2023 è stato posticipato a data da destinarsi.
Il motivo del rinvio sarebbe legato a problemi di bilancio dell’INPS, che starebbe trovando delle difficoltà a fronte delle importanti spese per le prestazioni pensionistiche recentemente confermate dal Governo. Il problema del bilancio è già stato sottolineato più volte anche dall’esecutivo riguardo lo stop di altre misure che non potranno essere confermate nel breve termine perché si è già speso molto per le misure economiche della prima metà dell’anno.
Le manovre economiche che il Governo ha portato avanti negli ultimi mesi sono state importanti per la situazione dell’Italia nei confronti della crisi, ma sono stati anche molto dispendiosi. Per poter riuscire a trovare altre risorse per nuove misure si dovrà aspettare di avere una ritorno da quanto già fatto nella prima metà del 2023.
Intanto molti interventi vengono rimandati. Non soltanto le pensioni minime, ma anche la riforma di Quota 41 prevista dal Governo è stata rimandata per lo stesso motivo di bilancio basso.
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