Un aiuto per i cittadini da richiedere seguendo una procedura ben precisa. Vediamo come ottenere il Bonus una tantum.
In Italia ci sono tanti aiuti e bonus e forse quelli più importanti sono quelli che il Governo focalizza sulle situazioni di maggior disagio. Oggi una delle maggiori fonti di ansia e precarietà è il lavoro. Perdere la propria occupazione è destabilizzante ma vi sono categorie di lavoratori che sono precari per definizione e sono i cosiddetti interinali. Oggi si chiamano lavoratori in somministrazione e vediamo che cosa la legge prevede per queste peculiari situazioni lavorative.
Per i lavoratori in somministrazione ci sono pochi diritti. Le ferie, la Naspi ed il TFR sono garantiti come quelli degli altri lavoratori ma ci sono delle differenze. Ad esempio il TFR e le ferie non godute vengono pagate mensilmente e non si cumulano. Si tratta di un lavoro instabile che si può perdere in qualunque momento e per questo è previsto un bonus una tantum. Il Bonus SAR è una prestazione di sostegno al reddito e ne hanno diritto tutti i lavoratori interinali o in somministrazione.
Come funziona questo bonus
Sia per chi è assunto a tempo determinato o a tempo indeterminato il Bonus SAR si può avere quando siano trascorsi 45 giorni privi di occupazione. Se il lavoratore ha maturato almeno 90 giorni di lavoro o 360 ore di lavoro nei dodici mesi che precedono la domanda il bonus vale 780 euro. Per chi ha maturato 110 giornate di lavoro o 400 ore di lavoro il bonus vale 1000 euro. Il requisito minimo resta quello delle 90 giornate di lavoro.
La domanda deve essere presentata sulla piattaforma Formatemp o in alternativa ci si può rivolgere ai sindacati di categoria: Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uil Temp. Quando si presenta la domanda bisogna allegare copia del documento d’identità, della tessera sanitaria e soprattutto le buste paga ed estratto conto dei contributi. Bisogna anche di ricordarsi di presentare l’IBAN sul quale sarà accreditato il bonus. Il termine della presentazione della domanda è quello dei 60 giorni dopo aver completato i 45 di disoccupazione.
L’instabilità del lavoro interinale e non solo
Questo bonus è una misura preziosa ma non si deve far dimenticare come questo genere di lavoro sia soltanto un’altra forma di precariato. I sindacati ricordano da tempo come i lavoratori abbiano bisogno di stabilità per poter programmare le normali attività della vita. Con un’inflazione all’11% e con i nuovi contratti di lavoro a termine che diventano più facili da scegliere per i datori di lavoro dopo il Decreto del primo Maggio, la precarietà aumenta notevolmente.
In un quadro del genere il lavoro interinale si conferma come uno strumento di instabilità. L’auspicio delle sigle sindacali di categoria (e non solo) è che questo genere di lavoro venga circoscritto e che la norma torni ad essere quella dei contratti a tempo indeterminato che sono gli unici in grado di garantire equilibrio economico ed esistenziale al lavoratore e alla sua famiglia.