Il Governo taglia i bonus perchè non ci sono risorse e la stangata è pesante. Vediamo cosa cambia per te.
Le famiglie sono in difficoltà e richiedono bonus e aiuti per andare avanti. Tuttavia il Governo Meloni è in netto contrasto con gli esecutivi che lo hanno preceduto e soprattutto con quello presieduto da Giuseppe Conte. Negli anni scorsi anche in considerazione della pandemia di Covid gli esecutivi avevano varato tanti bonus e aiuti che avevano sostenuto le famiglie. Dal clamoroso Superbonus 110% a tanti aiuti per le famiglie con i figli, i bonus erano diventati un bel sostegno per gli italiani.
Ma da quando è arrivato l’Esecutivo Meloni, particolarmente sensibile alle esigenze di bilancio, i tagli ai bonus sono diventati numerosi. Il Governo Meloni vuole ridurre le tasse per contenere quel famoso nucleo fiscale che zavorra il lavoro in Italia. Con la prossima Legge di Bilancio, l’Esecutivo vuole sforbiciare il costo del lavoro ma ha bisogno di circa 10 miliardi di euro per confermare nel 2024 il taglio dei contributi già previsto per la seconda metà di quest’anno.
I soldi servono per il taglio del cuneo fiscale
Il taglio dei contributi del 2023 è un aiuto forte per i lavoratori ma per confermarlo l’anno prossimo il Governo dovrà dare una severa stangata ai bonus. I crediti di imposta e i bonus che dovranno essere tagliati valgono in totale 36 miliardi di euro. Non tutti saranno eliminati ma i tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono impegnati nell’eliminazione di tanti di essi. I crediti d’imposta sostanzialmente dovrebbero ammontare a circa 226.
Il Governo sostiene che globalmente questo sarà un risparmio ma c’è chi non è convinto. Per quanto riguarda le imprese, due misure che potrebbero essere tagliate sono gli incentivi di Industria 4.0 e l’ACE, il sussidio per la crescita economica. Il Governo ci tiene a rassicurare i cittadini e a sottolineare che il taglio dei bonus fiscali sarà compensato da un sistema a due aliquote. L’Ires è la tassa che le imprese pagano sugli utili.
Aliquote nuove come compensazione per il taglio degli aiuti
Dal 2024 a quanto trapela delle indiscrezioni dell’Esecutivo, ci sarà una prima aliquota Ires che potrebbe essere più bassa dell’attuale 24%. Dovrebbe arrivare poi un’altra aliquota ulteriormente ridotta per quelle imprese che nei due anni prossimi effettuano investimenti innovativi o assumono personale. Questa aliquota premiale dovrebbe essere al 15% e questo la porterebbe a valere esattamente quanto la Global minimum tax ovverosia la tassa globale che tutte le multinazionali saranno tenute a versare a prescindere dai Paesi nei quali stabiliscono la residenza fiscale.
Le famiglie sono anche in pensiero per l’Assegno Unico e per il Bonus Nido. Il Governo parla di incentivi alla natalità ma se questi sussidi alle famiglie che sono gli unici rimasti per chi abbia i figli a carico dovessero venire meno sarebbe un problema. In generale l’Esecutivo per aiutare le famiglie appare più orientato ai bonus fiscali che non a quelli da erogare direttamente sul conto corrente.
Il problema è che i bonus fiscali sono più utili alle famiglie più agiate, mentre i soldi direttamente sul conto corrente come può essere l’Assegno Unico sono aiuti più universali e si spera che il Governo non riduca anche questi.