Il governo Meloni potrebbe finanziare il taglio del cuneo fiscale nel 2024 tagliando una serie di bonus ed incentivi? Ecco cosa potrebbe, se verrà deciso nei prossimi mesi, sparire o essere rimodulato
Negli ultimi giorni il governo Meloni è intervenuto con un taglio del cuneo fiscale agli stipendi più bassi che porterà una boccata di ossigeno a milioni di lavoratori italiani grazie ad un aumento, conseguenza della riduzione del pagamento dei contributi, in busta paga. Nella fattispecie per gli stipendi sotto i 35mila euro è pari al 6% e sotto i 25mila sale al 7%. Ma si tratta di una misura a scadenza, finanziata infatti soltanto fino a dicembre 2023, mese dopo il quale non è chiaro come l’esecutivo, che sta cercando di capire se sarà possibile renderla strutturale, interverrà.
Perché questo accada, con tutta probabilità, il premier ed il ministro dell’economia dovranno valutare una serie di rinunce legate ad alcuni bonus ed incentivi al momento ancora ‘disponibili’, percorso che se perseguito potrebbe consentire di liberare risorse utili per continuare a finanziare il taglio del cuneo fiscale. Ma anche la riforma fiscale e la riduzione, a tre, delle aliquote Irpef con ulteriori aumenti in busta paga, richiede un impegno economico non indifferente.
Taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef: per finanziarli spariranno alcuni bonus? Le ipotesi
Vediamo dunque quali sono i bonus e gli incentivi che nel 2024 potrebbero venire a sparire proprio allo scopo di finanziare parte del taglio del cuneo fiscale ed il taglio dell’Irpef. Ciò a cui sta pensando l’esecutivo è la possibilità di finanziarle andando a rivedere nel dettaglio detrazioni e deduzioni. Infatti, come sottolineato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, vi sono oggi 226 crediti d’imposta attivi per un valore totale di 36 miliardi di euro; il lavoro con i tecnici del ministero serve dunque per capire quali di questi possano essere rivisti così da accantonare risorse utili al calo delle tasse sia delle famiglie che delle imprese.
Premesso che al momento nulla è stato deciso e, quindi, non si sa quali bonus effettivamente scompariranno, è possibile fare delle ipotesi a riguardo: per le imprese potrebbero essere tagliati i crediti di Industria 4 per le aziende che investono in beni strumentali innovativi, oppure l‘Aiuto alla crescita economica, incentivo che premia che reinveste gli utili. Anche il credito d’imposta relativo a bollette di luce e gas potrebbe andare a sparire, sostituito forse da un’aliquota ridotta per le imprese che assumono o investono in innovazione.
Superbonus, ristrutturazione ed efficientamento energetico
La razionalizzazione dei bonus per i privati potrebbe partire dalla creazione di un plafond, una soglia di percentuale del reddito per detrazioni e deduzioni ad eccezione di mutui sulla prima casa e spese sanitarie. Altra strada percorribile è quella di un’ulteriore riduzione del Superbonus, già radicalmente trasformato con l’ultima legge di Bilancio. E anche la possibilità di intervenire sulle detrazioni per i lavori di efficientamento energetico e ristrutturazione, andando in questo caso a ridurre l’attuale percentuale detraibile.