Nuovi aumenti in busta paga per i lavoratori. Il taglio del cuneo fiscale e non solo permetterà a molti di guadagnare di più.
Sono molte le misure che concorreranno ad aumentare le entrate dei lavoratori e dei pensionati italiani nel 2023. In primis c’è il taglio del cuneo fiscale, su cui Governo ha puntato moltissimo, ma non ci si limita a questo.
Il 2023 presenterà molte opzioni per i lavoratori di aumentare le proprie entrate di lavoro. Con il DEF 2023, approvato di recente, il Governo ha presentato molte nuove misure che aumenteranno gli stipendi dei lavoratori con redditi più bassi, in particolare per coloro che hanno uno stipendio compreso tra 500 e 2.000 euro al mese. Il primo aumento degli stipendi lo avremo con il taglio del cuneo fiscale. Se già è attivo un taglio del 2% o del 3% a seconda del reddito del singolo lavoratore, in futuro arriverà un ulteriore taglio delle tasse sul reddito che aumenteranno ulteriormente il guadagno netto dei lavoratori.
Oltre al taglio del cuneo fiscale, che riguarderà trasversalmente tutte le categorie di lavoratori se questi rispettano i requisiti di reddito, alcune categorie avranno a disposizione i soldi dei nuovi contratti collettivi che stanno venendo mano a mano riscritti. I contratti collettivi sono scaduti nel 2019 e a causa di una serie di lungaggini burocratiche anche, ma non soltanto, legate ad eventi esterni, stanno per essere approvati i contratti collettivi per i lavoratori del settore bancario e del settore della lavorazione della pelle, del comparto degli occhiali e di quello dei lavoratori del legno e dell’arredo. Tutti questi percepiranno un aumento di circa 400 euro annuali. Infine ci saranno degli aumenti dai nuovi contratti collettivi per i lavoratori del settore alimentare e delle telecomunicazioni per cui ci sono aumenti per 300 euro l’anno.
Visto il ritardo con cui sono stati confermati i contratti collettivi e i conseguenti ritardi nella consegna degli aumenti, i nuovi contratti prevedono la percezione da parte dei lavoratori di tutti gli arretrati previsti dal 2019 tramite conguaglio sulla prima busta paga successiva all’approvazione dei contratti. A seconda di quanto sia l’aumento in busta paga percepito il conguaglio potrebbe andare da 500 fino a 2.000 euro in una sola mensilità. Qui sono compresi gli arretrati di tutti gli stipendi non aumentati dalla scadenza dei precedenti contratti ad oggi.
Un caso particolare lo fanno i contratti dei lavoratori del settore del turismo, scaduti come gli altri nel 2019, ma che ancora non sono stati rinnovati. Le trattative in merito ai contratti per questa categoria non sono neanche cominciate, quindi per i lavoratori non ci sarà alcun aumento, almeno fino alla fine del 2023.
Il Governo ha deciso che il nuovo decreto lavoro porterà anche un secondo taglio del cuneo fiscale che si aggiungerà a quello già esistente. Dal 2% e 3% attuali, i tagli del cuneo fiscale aumenteranno al 7% per i redditi di 25.000 euro o inferiori e del 6% per i redditi fino a 35.000 euro. Calcolando i dati disponibili possiamo confermare che gli aumenti in busta paga con questo nuovo taglio delle tasse sul reddito andranno da 50 a 160 euro al mese.
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