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Devi rifare casa? Puoi accedere al bonus solo a determinate condizioni, ecco i requisiti

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Giuseppe F.

Il Bonus ristrutturazione 2023 permette di rifare casa grazie a un’agevolazione fiscale sotto forma di detrazione del 50% sull’IRPEF. Tanti i lavori ammessi.

Lo speciale incentivo interessa tutti coloro che hanno effettuato o effettueranno lavori di tipo edilizio in edifici a uso abitativo riconosciuti. La detrazione per le spese effettuate deve arrivare entro il 31 dicembre 2024. Tale detrazione è pari al 50% sull’IRPEF, fino a massimo di 96.000 euro di spesa. Interessa principalmente interventi di riqualificazione edilizia, manutenzione straordinaria e ordinaria.

Come funziona il Bonus ristrutturazione 2023
Detrazione del 50% sull’IRPEF, fino a massimo 96.000 euro di spesa – ilovetrading.it

Si può richiedere in fase di dichiarazione dei redditi con la presentazione del modello redditi persone fisiche (ex modello Unico). Oppure con lo sconto immediato in fattura, ma solo per interventi ante 17 febbraio 2023 come stabilito dal Decreto blocca cessioni convertito in legge. Infine mediante credito d’imposta cedibile.

Ma come funziona il bonus ristrutturazione 2023? E quali sono i lavori ammessi? Ecco tutte informazioni utili per accedere all’agevolazione promossa dallo Stato e gestita dall’Agenzia delle Entrate. Il bonus si applica alle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024 e viene ripartito in dieci quote annuali di uguale importo per un tetto massimo di spesa pari a 96.000 euro.

Il bonus ristrutturazioni 2023 può essere richiesto da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, residenti o non residenti in Italia. In particolare, hanno diritto alla detrazione il proprietario o il nudo proprietario di un immobile, il titolare di un diritto reale di godimento (per esempio: usufrutto), il semplice inquilino, i
soci di cooperative divise e indivise, gli imprenditori individuali (ma solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali).

Hanno poi diritto alla detrazione, purché sostengano le spese e siano intestatari di bonifici e fatture, anche il familiare convivente del possessore dell’immobile, il componente dell’unione civile, il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato, il convivente more uxorio…

Bonus ristrutturazione: come funziona e quali lavori sono ammessi

I lavori ammessi nel bonus sono quelli elencati nel Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. In particolare, si tratta degli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, oppure di ristrutturazione edilizia. Lavori svolti sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale (anche rurali) e sulle loro pertinenze.

Requisiti per chiedere il bonus ristrutturazioni 2023
Manutenzione e ristrutturazione: come funziona il bonus 2023

E ancora: lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento di edifici colpiti da calamità o da adeguare a norme antisismiche. Permettono l’agevolazione anche turti quegli interventi finalizzati all’ammodernamento energetico della casa.

Tra i lavori ammessi i più comuni sono: sostituzione d’infissi esterni e serramenti, installazione di persiane con serrande; varie modifiche di materiale o tipologia d’infisso; rifacimento di scale e rampe; installazione di ascensori e scale di sicurezza; realizzazione e miglioramento dei servizi igienici; e vari interventi finalizzati al risparmio energetico;

Il bonus non spetta a fronte di spese sostenute in relazione al semplice acquisto di strumenti. E questo anche se diretti a favorire la comunicazione e la mobilità interna ed esterna. Per questo, ad esempio, non rientrano nell’agevolazione i computer, i telefoni a viva voce, gli schermi a tocco, le tastiere espanse, eccetera. Tali beni, per legge, sono inquadrabili nella categoria dei sussidi tecnici e informatici per i quali, a determinate condizioni, è prevista la detrazione IRPEF del 19%.

I requisiti fondamentali per accedere al bonus uguali a quelli vigenti nel 2022: bisogna ottemperare agli obblighi previsti dal Decreto Anti Frode. In questo senso sia per avere la cessione del credito o lo sconto in fattura ci vuole un visto di conformità da parte di un professionista. E poi ci vuole un’attestazione di congruità delle spese rilasciata da un tecnico abilitato.

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