Meno tutele per il lavoratore e i sindacati contestano la novità. La dura questione delle causali.
Con il Decreto Lavoro il Governo cambia i contratti a termine. Questo Decreto è stato approvato dal Consiglio dei Ministri nella data emblematica del Primo Maggio e le polemiche non mancano. Il contratto a termine è stato reso più flessibile, ma la parola flessibile che è tanto amata dal Governo è invece detestata dai sindacati perché significa che i lavoratori a termine che già sono precari per loro natura, lo diventeranno ancora di più.
Nello stesso decreto è arrivato anche il taglio del cuneo fiscale e novità importanti sulla misura che dovrà sostituire il Reddito di Cittadinanza. Ma vediamo che cosa cambia per i contratti a tempo determinato. La tematica più importante è quella delle cosiddette causali. Infatti sono proprio le causali a permettere il contratto a tempo determinato. Quando il contratto è fra i 12 e i 24 mesi c’è bisogno di specificare il perché questo contratto sia a termine e con la modifica operata dal Governo le tutele si allentano.
Cosa cambia e la questione delle causali
Il Decreto Lavoro conserva la possibilità della stipula e della proroga dei contratti a tempo determinato ma senza la necessità di giustificarne la ragione nei primi 12 mesi. Resta il limite per il quale i contratti a tempo indeterminato possono durare più di 12 mesi ma devono restare entro i 24 mesi.
I casi in cui questo può essere permesso sono quando ciò sia previsto dal contratto collettivo nazionale territoriale o aziendale oppure per esigenze di natura tecnica organizzativa o produttiva oppure ancora per sostituzione di altri lavoratori. Di fatto le parti potranno stabilire in maniera autonoma le causali fino al 31 dicembre 2024 anche senza che ci sia un accordo collettivo. In sostanza questa norma modifica il Decreto Dignità del 2018.
Una importante modifica del Decreto Dignità
Nel Decreto Dignità era prevista per i contratti a tempo determinato una durata di 12 mesi soltanto mediante l’apposizione di causali molto stringenti, temporanee e oggettive. Lo scopo del Decreto del 2018 era proprio quello di circoscrivere i pretesti per utilizzare il contratto a tempo determinato ed imporre le maggiori tutele di quello a tempo indeterminato. La novità del Governo Meloni è che l’individuazione delle esigenze tecniche organizzative e produttive è rimessa alla libertà della contrattazione tra le parti.
Le novità introdotte dal Decreto Lavoro riguardano anche le regole della sicurezza sui luoghi di lavoro, tutela contro gli infortuni e controlli ispettivi. Vengono anche estese ai lavoratori autonomi alcune misure di tutela previste per i cantieri. Secondo i sindacati aver allentato le misure di tutela previste dal Decreto Dignità è un danno per i lavoratori e consente a chi voglia utilizzare lo strumento del contratto a termine anche fuori da esigenze oggettive di poterlo fare.