Attenzione alle cartelle esattoriali non pagate. Si corre il rischio di pignoramento ed ipoteca sulla nostra casa se non si paga
Non pagare una cartella esattoriale può costarci molto. Dal omento in cui riceviamo la notifica abbiamo 60 giorni di tempo per provvedere al pagamento. Dal 61esimo giorno in poi scattano poi gli interessi e, come vedremo in seguito, può scattare anche il pignoramento dei nostri beni.
L’Agenzia Entrate Riscossione ha il potere di attivare delle misure cautelari per “proteggere” il proprio credito, ossia per tutelarsi nel caso in cui, prima del pignoramento, tu possa vendere i tuoi beni, così impedendone di pignorarli. Queste misure cautelari sono il fermo auto e l’ipoteca. Una volta iscritti nei pubblici registri, questi provvedimenti consentono all’Esattore di sottoporre il bene ad esecuzione forzata anche se esso dovesse essere venduto. Questo significa che chi acquisterà quel bene rischierà di vederselo pignorare anche se non è lui il debitore originario. Vediamo ora quando scatta ipoteca e pignoramento per cartelle esattoriali non pagate.
Cosa succede se non pago cartelle esattoriali, le novità
L’ipoteca ed il pignoramento sono due procedure esecutive differenti tra di loro. Il pignoramento è un atto con cui la casa viene forzatamente sottratta al suo proprietario nell’ambito di un procedimento di espropriazione forzata in caso di impossibilità di rimborsare altrimenti un debito. A disciplinare il pignoramento sono gli articoli 483 e 604 del codice civile. Il pignoramento avviene in fasi di gravità crescente che si susseguono: dall’avviso bonario di mancato pagamento, all’invio della cartella di pagamento, all’intimazione di pagamento entro un certo numero di giorni. Segue l’iscrizione dell’ipoteca (anche su beni non precedentemente ipotecati), e, dopo sei mesi di mancato pagamento, l’espropriazione forzata, che verrà notificata dall’ufficiale giudiziario (in giorni feriali dalle 7 alle 21). In presenza di un debito da ripagare, il giudice disporrà che vengano pignorati per primi i beni più facilmente rivendibili, quindi gioielli, automobili, opere d’arte, per poi giungere alla casa. I beni pignorati sono posti in custodia per dieci giorni, e poi saranno trasferiti al creditore, che disporrà eventualmente della vendita.
L’ipoteca, in sé, non ha nulla a che vedere con il pignoramento in quanto si tratta semplicemente di una forma di garanzia per il creditore, che se ne serve nel momento in cui eroga un prestito, per tutelarsi dalla possibilità che tale prestito non venga rimborsato. Nell’ambito di un procedimento esecutivo per mancato pagamento, come abbiamo visto, anche in caso l’immobile non fosse precedentemente ipotecato, lo sarà nel momento in cui gli avvisi di pagamento saranno caduti nel vuoto. Dal momento dell’iscrizione forzata dell’ipoteca, potranno trascorrere sei mesi in cui il debitore avrà il tempo di sanare il proprio debito: se ciò non avverrà, l’ipoteca sarà l’anticamera dell’esproprio.
Per l’iscrizione forzata dell’ipoteca nell’ambito di un procedimento giudiziario – iscrizione che potrà avvenire solo dopo le fasi precedenti sopra descritte, altrimenti sarà illegittima – esistono delle soglie minime di debito di 20 mila euro per la prima casa (e di 8 mila per gli altri beni immobili). Per il pignoramento, che può avvenire solo dopo la scadenza dei sei mesi dall’iscrizione dell’ipoteca, il limite è di 120 mila euro per creditore.