Quando un farmaco può essere triturato per agevolarne la deglutizione? Ci sono rischi per il malato? Gli esperti ci spiegano tutto
Non si augura a nessuno che succeda, ma potrebbe capitarci di avere un malato in casa che ha bisogno di assumere più volte al giorno dei farmaci e magari abbia difficoltà a deglutire. Succede più spesso con le persone anziane, a volte per problemi respiratori o perché vengono alimentati con un sondino nasogastrico o per patologie più gravi. Ma i medicinali devono essere somministrati, sono la cura! Come possiamo assicurarci che la dose di farmaco giusta venga ingerita se non riescono a deglutire?
Capita sovente che i farmaci prescritti dal medico siano in forma di pastiglie o capsule, ma se il malato non riesce a deglutire è difficile somministrarli; a volte capita che la difficoltà ad ingerire sia sopraggiunta dopo quindi ci troviamo con medicine che il malato non può più mandare giù. La prima cosa da fare è parlare con il medico curante e chiedere se esiste un’alternativa alle pastiglie, magari in sciroppo o in gocce o in pastiglie orosolubili; non sempre però è possibile sostituirle perché le case farmaceutiche producono il farmaco solo in quel formato.
Come facciamo a curare un malato che non può più deglutire? Lo spezzettamento dei farmaci può creare dei danni?
La cosa più logica per fare ingerire dei farmaci a chi non riesce a farlo è sicuramente sostituire le pastiglie con qualcosa di alternativo ma, dove non sia possibile, bisogna triturarle. Attenzione però, perché sembra una cosa ovvia e facile ma non è sempre così. Per esempio, non si possono spezzettare le capsule molli, ma in questo caso, c’è sempre l’alternativa; le capsule rigide possono essere aperte e si utilizza il contenuto che è in polvere, le pastiglie possono essere spezzettate o addirittura polverizzate.
Per somministrarle, la cosa migliore è miscelarle insieme ad un po’ d’acqua, se il malato è ancora in grado di fare questa operazione o utilizzando “l’acqua gel” che è una preparazione studiata appositamente per rendere l‘acqua in forma di gelatina e permettere, a chi proprio non riesce più a deglutire, di poter bere. In questo modo saremo sicuri che di poter continuare le cure.
Attenzione però a fare in maniera corretta la triturazione delle pastiglie o l’apertura delle capsule rigide. C’è il rischio che, se fatta in maniera sbagliata, possa creare dei rischi per il malato ma anche per chi esegue l’operazione. Infatti lo spezzettamento o lo svuotamento può far disperdere il farmaco e quindi non si somministrerebbe la dose giusta al malato, inoltre se lo facessimo in modo troppo aggressivo, la dispersione delle polveri potrebbe essere inalata o, ancora il farmaco potrebbe essere contaminato.
Quindi prima di tutto lavarsi bene le mani, approntare un luogo pulito per effettuare l’operazione; un consiglio dato da infermieri è quello di usare due cucchiai: prima si divide in due o in quattro la pastiglia poi la si mette nella parte concava del primo cucchiaio e con la parte convessa dell’altro cucchiaio si fa pressione e si procede alla polverizzazione. Ovviamente lavare bene le mani alla fine è una norma igienica molto importante affinché chi ha eseguito l’operazione non corra rischi.
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