Attenzione a trattare il rallentamento del Pil USA come un fulmine a ciel sereno: le fragilità su finanza e immobiliare sono tante.
La stampa in questi giorni ha dato un grande risalto al rallentamento del prodotto interno lordo degli Stati Uniti d’America. Nel primo trimestre il Pil USA è cresciuto dell’1,1%, le attese degli analisti sono state fomente deluse. Si è detto che questo rallentamento può far temere che la recessione diventi nuovamente probabile e che le prospettive ottimistiche di averla scongiurata fossero troppo affrettate.
Ma in realtà se guardiamo bene ci sono troppi allarmi che vengono sistematicamente taciuti e questo è un pericolo. Nella narrativa dominante l’economia continua la fase di ripresa dopo la stangata del Covid e la pausa di riflessione della guerra in Ucraina. Ma ciò che si tende a non dire è che la bolla sui mercati finanziari e su quelli immobiliari può essere forte e sul punto di esplodere. Per troppi anni i valori di borsa sono stati gonfiati dai tassi troppo bassi delle banche centrali.
Il rallentamento del Pil non è un fulmine a ciel sereno
Anche per quanto riguarda l’immobiliare i valori di questo settore potrebbero essere troppo alti e i recenti problemi sui mutui potrebbero essere un pericoloso campanello d’allarme. Quindi è importante focalizzarsi sul fatto che il rallentamento del Pil degli Stati Uniti è certamente una notizia da monitorare con attenzione ma non arriva da sola e giunge nel quadro di una situazione globale complessa.
Il pericolo che alcuni analisti sottolineano è che troppi crediti tossici circolino per il mondo. L’abitudine di impacchettare e rivendere crediti di dubbia provenienza (in un certo senso è un po’ quello che è accaduto per il Superbonus in Italia) è un fenomeno più trasversale di quanto non si creda. Secondo i più pessimisti l’Occidente letteralmente si regge su questo credito fasullo, vuoto e schiumoso che rischia di implodere facendo crollare tutto.
Davvero l’Occidente si regge su una montagna di debito mascherato? Probabilmente no, ma le criticità non mancano
Non è detto che una visione così pessimistica si rivelerà poi corretta, ma troppe bolle rischiano di esplodere e quindi la situazione economica globale potrebbe essere meno rosea del previsto. La prospettiva secondo la quale l’inflazione progressivamente diminuirà e la produzione tenderà ad aumentare potrebbe essere messa in forse da questi valori immobiliari e finanziari gonfiati.
Il fatto che oggi il rallentamento del PIL degli Stati Uniti venga quasi narrato come una sorta di fulmine a ciel sereno in una situazione economica globale sana si scontra contro tutta una serie di fragilità che non sono state mai risolte. La palla come al solito passa alle banche centrali che potrebbero essere costrette a rivedere frettolosamente la loro politica aggressiva sui tassi. Infatti l’aumento dei tassi da parte delle banche centrali se da un lato argina l’inflazione dall’altro rende più probabile lo scoppio della bolla in borsa e soprattutto di quella sugli immobili.