La festa del lavoratori si accompagna con un sostanzioso aumento in busta paga. A maggio è il arrivo un bonus di 200 euro tutto nuovo.
Sorpresa del Governo italiano per il 1 maggio. Entrerà allora in vigore il taglio del cuneo fiscale, che permetterà ai lavoratori di percepire di più dalla loro busta paga. Con questa nuova possibilità ci si attengono degli aumenti di 200 euro per ogni lavoratore.
Il taglio del cuneo fiscale è stata una delle più importanti promesse del centrodestra in fase di campagna elettorale ed è stata mantenuta. Con l’entrata in vigore a partire del 1 maggio 2023, il Governo ha operato un taglio delle tasse del 2% e del 3% sugli stipendi dei lavoratori, portando a delle interessanti aggiunte agli stipendi netti mensili. A seconda di quanto fosse alto lo stipendio del lavoratore prima del taglio, lo stipendio aumenterà di conseguenza:
- aumento di 10 euro netti al mese per chi ha un reddito fino a 15.000 euro;
- aumento di 11 euro netti al mese per chi ha un reddito fino a 20.000 euro;
- aumento di 14 euro netti al mese per chi ha un reddito fino a 25.000 euro;
- aumento di 15,30 euro netti al mese per chi ha un reddito fino a 30.000 euro;
- aumento di 16,40 euro netti al mese per chi ha un reddito fino a 35.000 euro.
Improprio chiamarlo bonus una tantum come si faceva durante la pandemia, ma l’effetto del taglio del cuneo fiscale per gli stipendi dei lavoratori sarà lo stesso: un aumento netto dei soldi in tasca agli italiani per una cifra intorno ai 200 euro in un anno nel migliore dei casi. A differenza di quanto fatto da Draghi con il suo bonus una tantum, questi soldi non saranno ricevuti subito, ma spalmati nel tempo.
Chi ci guadagna dal taglio del cuneo fiscale?
Il taglio delle tasse sugli stipendi spetta a tutti i lavoratori dipendenti con reddito pari o inferiore a 35.000 euro. Il taglio si divide in 2 parti così divise:
- taglio del 3% delle tasse sullo stipendio per chi ha un reddito pari o inferiore a 25.000 euro;
- taglio del 2% delle tasse sullo stipendio per chi ha un reddito pari o inferiore a 35.000 euro.
Considerando che il taglio si applica su 13 mensilità annuali, il conteggio totale rivela un aumento di 200 euro in un anno nel migliore dei casi. Questo ha fortemente indispettito i lavoratori, che si aspettavano molto di più. Una misura che voleva essere un modo per affrontare le sfide dell’inflazione e dell’aumento del carovita, 200 euro in più all’anno sembrano davvero poca cosa, specie se consideriamo quanto siano aumentate le spese per tutti gli italiani nel 2023.
Il problema delle risorse e le altre misure del Governo
La grossa problematica che il Governo deve affrontare è quella di conciliare la politica assistenziale con la scarsità di risorse economiche a sua disposizione. Il taglio del cuneo fiscale è costato allo Stato 3,4 miliardi di euro nel 2023 e ne costerà altrettanti, se non di più, l’anno prossimo.
A questo bisogna aggiungere le altre misure prese dal Governo Meloni in ambito fiscale, come la riforma dell’IRPEF. In particolare quest’ultima dovrebbe andare a legarsi strettamente al taglio del cuneo fiscale, visto che agiscono nello stesso ambito. Sarà da vedere se la combinazione tra le due misure riuscirà effettivamente a migliorare la situazione.