Arriva la stangata sulle famiglie e cambia tutto per questa importante spesa. Vediamo come adeguarsi e le cifre.
Tante novità sulle badanti con il nuovo contratto del 2023 e per le famiglie può essere una stangata. Quest’anno è arrivato il rinnovo del Contratto Nazionale Collettivo per le badanti e gli aumenti salariali sono di 12 euro al mese per il livello B super insieme a nuove indennità e un maggior numero di ore per i percorsi di formazione. Il periodo di prova viene esteso a 30 giorni. Con il rinnovo dei contratti che era atteso da tempo, il minimo contrattuale per le badanti conviventi sale ad 880 euro al mese.
Arriva anche un’indennità fino a 100 euro al mese per le badanti di livello C super o D super che siano addette all’assistenza di più di una persona non autosufficiente. Se la badante è in possesso di una certificazione di qualità le deve essere riconosciuta un’indennità aggiuntiva di 10 euro al mese. Il periodo di prova è un tema su cui ci si è focalizzati durante le trattative per il rinnovo del contratto.
Tanti soldi e diritti in più: era ora, ma per le famiglie è pesante
Questo periodo sale a 30 giorni per tutte le badanti conviventi. Le badanti di livello D e D super dovranno sostenere un periodo di prova rigorosamente retribuito di 30 giorni. Per gli altri rapporti il periodo può essere di 8 giorni. La badante che termina e supera il periodo di prova viene automaticamente confermata se non c’è la disdetta. Il lavoro prestato durante il periodo di prova viene calcolato per quello che concerne l’anzianità.
Grande importanza è stata offerta anche ai percorsi di formazione professionale. Alle 40 ore di permesso già riconosciute se ne aggiungono altre 24. Nei casi di badanti a tempo pieno e indeterminato che lavorino da almeno sei mesi presso lo stesso datore di lavoro erano previste 40 ore che ora scattano a 64. Per le badanti si tratta di una notevole conquista in termini di miglioramento del trattamento economico e dei diritti.
Per i nuclei familiari è un’ulteriore rincaro dopo i tanti di questi mesi
Dal canto loro tante famiglie che già si confrontano con i duri aumenti dell’inflazione possono storcere il naso di fronte a questo ulteriore esborso. E’ uno dei tanti paradossi dell’inflazione. Chi presta questo prezioso lavoro ha diritto che il suo stipendio sia adeguato all’inflazione ma d’altra parte la famiglia si vede gravata di un onere in più. Secondo le associazioni a tutela dei consumatori qualche nucleo familiare potrebbe essere costretto a rinunciare a questa figura pur avendone bisogno.