Cerchiamo di fare chiarezza sui divieti relativi alle caldaie: sono anche in conflitto con Case Green e la confusione è tanta.
Dall’Unione Europea arrivano delle normative pesanti a carico delle famiglie. Dopo la stangata della Direttiva Case Green che sta suscitando tante polemiche in Italia perché costringe le famiglie ad un esborso notevole entro il 2030, arriva anche la novità sulle caldaie. Questo ambizioso obiettivo era già stato anticipato e si concretizza i limiti di progettazione ecocompatibile più rigorosi per le caldaie.
Il nuovo regolamento Ecodesign stabilisce che le nuove caldaie devono avere una potenza termica nominale fino a 400 kW. Quelle a gas che si trovano in quasi tutte le case italiane vengono messe al bando. Il nuovo regolamento Ecodesign è incoerente con la Direttiva Case Green. Questa direttiva così controversa vieta i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili negli edifici di nuova costruzione oppure negli immobili nei quali entra un nuovo proprietario o inquilino.
Le associazioni dei consumatori sono in allarme. La nuova normativa europea impone una soglia minima di efficienza al 115%, ma è qualcosa di problematico. Le caldaie a condensazione sono quelle che possono superare il 100% ma arrivare al 115 è quasi impossibile. La nuova serie di regolamenti europei impone interventi su milioni di case in Italia e l’incoerenza tra la norma sulle caldaie e la Direttiva Case Green rischia di creare un caos normativo.
Tra l’altro bisognerà comprendere in quale modo queste normative saranno recepite dal Governo italiano. Secondo gli esperti la Direttiva Case Green e quella sulle caldaie sono troppo pesanti per le famiglie e sono concretamente non attuabili. L’ulteriore problema del contrasto tra le due normative impone che vengano riviste e soprattutto che venga rimosso il divieto di acquisto e vendita e anche di affitto per le case non in regola.
L’impatto di queste direttive può essere devastante e dunque prima di muoversi sul fronte della caldaia bisognerà che le autorità europee e anche quelle italiane razionalizzino queste norme e le rendano attuabili dalle famiglie. Richiedere impegni insostenibili e addirittura contraddittori è assurdo. Queste richieste che stanno provenendo dalle istituzioni europee appaiono scritte frettolosamente senza pensare alla ricadute pratiche. In questo caso ci sono problemi operativi ed economici e l’idea dei tecnici e che ci sarà una seconda fase di riscrittura di queste norme che oggi sarebbero difficilmente applicabili dagli stati e dalle famiglie.
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