C’è un settore dell’economia italiana che sta crescendo a ritmo impetuoso, anche se non se ne parla quasi mai: ecco cosa emerge dall’ultimo studio di Deloitte.
Eppur si muove. Gli ultimi mesi sono stati critici per il contesto politico-economico generale, tra inflazione alle stelle, prezzi energetici fuori controllo, tassi bancari in aumento e tutte le incertezze e le criticità legate alla perdurante guerra in Ucraina. Ma c’è un settore che continua a correre inesorabilmente.
Uno studio curato da Deloitte in collaborazione con Confindustria nautica, intitolato “The state of the art of the global yachting market”, fotografa un vero e proprio boom per la nautica italiana, e in particolare per la cantieristica che chiude il 2022 con una stima di crescita di fatturato tra il 15 e il 20%, con un valore di produzione tra i 4,1 e i 4,3 miliardi, rispetto ai 3,6 di due anni fa.
Il grande motore della crescita italiana
Nel 2021, secondo quanto si legge nello studio citato, il valore del mercato mondiale della cantieristica nautica è stato di ben 52 miliardi di euro. Di questi, circa il 60% (29,2 miliardi) riguarda la produzione di nuove imbarcazioni, che è cresciuta del 10,7% rispetto al 2020. Il mercato delle nuove costruzioni è trainato principalmente dalle imbarcazioni a motore (circa il 90%) e pulsa soprattutto in Nord America e in Europa (circa il 70%).
Nel 2021, inoltre, il settore dei superyacht ha fatto bingo con la consegna di 160 unità sopra i 30 metri e ben 509 ordini in portafoglio, per un valore complessivo di 14,4 miliardi di euro. Tommaso Nastasi, senior partner e value creation service leader di Deloitte, ha ricordato con l’occasione che l’Italia è la seconda industria a livello mondiale e le imprese tricolori stanno vivendo un momento di grande dinamismo, da leader mondiali nella produzione dei superyacht (49% del totale degli ordini).
La nautica da diporto italiana era e resta uno dei settori trainanti del made in Italy. E l’industria nautica è il comparto che nel 2021 è cresciuto più di tutti gli altri, con il migliore incremento di fatturato di tutti i tempi (+31%), un record storico di export e un incremento del 10% degli addetti diretti. Merito anche e soprattutto dell’abilità degli imprenditori nostrani, che hanno saputo affrontare con destrezza i difficili scenari politico-economici di questi ultimi anni.