La crisi finanziaria non sembra risparmiare nessuno ne negli USA, ne in Europa. Cosa succede ai nostri risparmi se tutto va male?
Il crollo degli istituti di credito americani Silicon Valley Bank e Credit Suisse hanno dato il via a una crisi finanziaria che non si vedeva dal 2008. Come allora, c’è molta paura tra i correntisti, che rischiano di veder sparire tutti i propri risparmi depositati in banca.
Come sta reggendo la solidità del mercato azionistico italiano di fronte alla crisi innescata dalla caduta dei colossi americani? Come tutte le altre banche europee, anche quelle italiane hanno subito un duro colpo dalla crisi finanziaria di questi mesi. Il crollo dei due grandi gruppi bancari hanno causato un effetto domino che ha raggiunto in pochi giorni anche l’Europa. Sebbene sembra che il sistema di banche europeo stia reggendo l’urto della crisi, il precedente del crollo del colosso tedesco Deutsche Bank costituisce un segnale d’allarme estremamente serio. Nessuno è davvero al sicuro e bisogna capire come agire nel caso accada il peggio.
Tra gli esperti di economia aleggia una senso di relativo ottimismo. Sebbene il contraccolpo del collasso di Credit Suisse e Silicon Valley Bank sia stato molto pesante, la situazione non sembra grave come quella del 2008 e il mercato finanziario sta reagendo rapidamente alla crisi, ma soprattutto sta reagendo bene. Per quanto riguarda la situazione italiana oltre che dalle parole della premier Giorgia Meloni siamo rincuorati anche dai test effettuati dalla BCE sulle nostre banche. Secondo i risultati dei test di resilienza e stabilità in condizioni di crisi fatti dalla Banca Centrale Europea a febbraio, i nostri istituti bancari sarebbero molto solidi e difficilmente non sopravvivranno alla crisi.
Le prospettive dei correntisti italiani in mezzo alla crisi finanziaria
Secondo gli esperti la possibilità di una crisi delle dimensioni, ma soprattutto con le conseguenze di quella del 2008 non sono probabili. A differenza della Goldman Sachs, Silicon Valley Bank aveva un modello di business piuttosto unico e specifico. Si trattava di un istituto specializzato in startup tecnologiche che, a causa del disallineamento della durata tra attività e passività, era costantemente esposta al rischio di tasso di interesse.
Rispetto allo specifico caso delle due banche americane, la struttura europea viene giudicata più solida. Questo però non ha impedito alla Deutsche Bank di fallire sotto i colpi della crisi. In caso la crisi contagiasse in maniera irrimediabile le banche europee, la BCE avrebbe degli strumenti di liquidità da poter utilizzare per stabilizzare la situazione.
Il futuro dell’economia finanziaria nella zona euro
Benché il tonfo provocato dal crollo della Silicon Valley Bank sia stato molto pesante, le stime della BCE sul futuro dell’economia europea sono tutto sommato positive. Le proiezioni di dicembre dell’istituto prevedevano una recessione tecnica, con due trimestri consecutivi di crescita negativa.
Le ultime previsioni, tuttavia, rendono dei risultati diversi. Mentre ci si aspettava una crescita negativa, le ultime rivelazioni della BCE prevedono una crescita minima, ma in positivo, attorno all’1% in tutta la zona euro. La notizia negativa è che l’inflazione continuerà a crescere e la BCE ha già rivelato che l’obiettivo principale è arrestare questa crescita dell’inflazione.