Ecco le vie per lasciare prima il lavoro: attenzione alle scadenze e alle cifre che puoi avere.
Quando si lavora da tanti anni si ha un solo desiderio e cioè quello di poter andare in pensione. Avere la giornata libera per giocare coi nipotini e per dedicarsi a qualche hobby è qualcosa che non ha prezzo. Ai lavoratori precoci e ad altre categorie l’INPS garantisce uscite comode per la pensione. Parliamo delle famose uscite anticipate che permettono di andare in pensione prima ma con alcuni tagli e sacrifici.
Oltre alle novità dell’INPS ci sono anche quelle del Governo che ha visto il fallimento della modifica della legge Fornero. Vediamo allora quali sono le tre vie per lasciare il lavoro in questo 2023 prima del tempo. Le prime due vie comode sono riservate ad APE sociale. Questa misura sta per anticipo pensionistico sociale ed è una formula che prevede l’uscita comoda per chi abbia 63 anni di età e 30 anni di anzianità contributiva e chi è disoccupato, invalido o con parenti di primo grado con disabilità grave che assiste.
I requisiti: vediamoli in modo chiaro
Oppure in alternativa servono 36 anni di anzianità contributiva se si sono svolte attività gravose. Esiste un lungo elenco di quelle che sono considerate dal normativa le attività gravose dette anche lavori usuranti. Nel caso di APE sociale se il lavoratore ha cominciato a lavorare prima del diciannovesimo anno di età e per almeno 12 mesi ci sarà anche l’accorpamento contributivo.
Se si hanno più di 30 oppure 36 anni di contributi e si raggiungono anche i 41 anni contributivi salta persino il requisito anagrafico e dunque non c’è più un’età specifica. Per questa normativa si può uscire dal lavoro teoricamente persino a 60 anni ma si dovrà essere in regola con i requisiti e presentare la domanda entro le tre scadenze del 31 marzo, 15 luglio oppure 30 novembre.
Opzione donna: la questione dei figli
L’ultima via per uscire prima dal lavoro è la famosa Opzione Donna. Si tratta di una via per uscire dal lavoro quando si abbiano 60 anni di età e 35 anni di contributi versati. Il Governo ricorda che APE sociale prevede un assegno più contenuto con un tetto massimo di tre volte il trattamento pensionistico minimo e cioè al massimo si potranno avere 1.500 euro di pensione. Al posto che a 60 anni le donne potranno andare in pensione a 59 anni se hanno un figlio e a 58 anni se hanno almeno due figli.
Se non si rientra in queste particolari categorie le due uscite pensionistiche sono la Quota 103 e la temuta strada della Legge Fornero. Il governo aveva tanto battagliato per riuscire a cambiare la struttura dei 67 anni di età e 20 anni di contributi ma sostanzialmente non c’è riuscito per un problema di budget. Con il ricalcolo dell’aspettativa di vita nel prossimo biennio l’età pensionabile potrebbe addirittura scattare a 71 anni. Insomma le pensioni rischiano di diventare troppo difficili da raggiungere se non si ci entrano questi requisiti molto particolari che vi abbiamo indicato.