È un periodo estremamente delicato per chi ha un mutuo a tasso variabile o per chi ha intenzione di accenderne uno per acquistare casa. Attenzione agli errori da evitare e come comportarsi in questa situazione
La crisi economica innescata dalla guerra della Russia in Ucraina ha prodotti pesanti contraccolpi anche in Italia. Dall’impennata dell’inflazione all’aumento delle bollette, fino ai costi stellari del carburante, gli italiani hanno dovuto fare i conti con una raffica di aumenti difficili da sostenere nonostante gli interventi del governo Draghi prima e di quello a guida Meloni poi.
E non è tutto perché a risentire dei costi insostenibili sono stati anche i mutui, a causa del ripetuto incremento dei tassi da parte della Bce. Solo chi aveva un mutuo a tasso fisso non ha subito rincari ma quelli a tasso variabile hanno iniziato ad aumentare progressivamente a causa del balzo degli interessi; e questa situazione è andata ripercuotendosi anche su coloro che sono intenzionati ad accendere in questo momento un mutuo ex novo per l’acquisto di una casa.
Mutui, costi della rata mensile alle stelle: attenzione a tasso variabile o se devi richiederlo ora
La rata mensile del mutuo a tasso variabile ha ormai raggiunto valori che non si vedevano da 15 anni, con una media di 159 euro in più al mese rispetto al medesimo periodo del 2022. I tassi di interesse sui prestiti a tasso variabile, come comunicato dalla Banca d’Italia di recente, hanno superato la soglia del 4 %. Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile di recente si trova a dover sborsare oltre 1.900 euro in più l’anno dal momento che la rata è passata da 585 a 744 euro mensili. Questo spinge molte persone a optare per il tasso fisso ma, con i tassi attuali, questa scelta potrebbe rivelarsi svantaggiosa nel tempo.
Stando alle analisi del Codacons accendere oggi un mutuo di 125.000/150.000 euro circa per 25 anni di tempo, una famiglia media si ritroverà a pagare, rispetto al 2021, tra i 2.500 ed i 3.250 euro in più all’anno. Il parametro dei tassi fissi è passato di recente, da 3,08 a 2,85% e questo dato sembrerebbe indicare che al momento i mutui a tasso non variabile siano la scelta giusta offrendo, sul lungo periodo, una stabilità economica. Ma se tra alcuni anni i tassi dovessero iniziare a calare già a partire dal 2024? Questo si tradurrebbe in uno svantaggio economico ad oggi non preso in considerazione, e potrebbe comportare una surplus economico da versare rispetto a quelli che saranno i tassi fissi di domani.
Gli analisti suggeriscono dunque una soluzione intermedia ovvero un mutuo con un tasso variabile con Cap. Ovvero con un tetto all’incremento della rata, e tale da consentire di beneficiare anche della sua riduzione nel momento in cui i tassi scendono. Vi è anche un’altra possibilità: ovvero scegliere il tasso fisso per poi, nel momento in cui i tassi cominceranno a calare, rinegoziare il mutuo.