Può sembrare assurdo ma ora il pagamento delle cartelle ti offre un vantaggio sulla pensione presente o futura.
Può apparire strano un connubio tra pensioni e cartelle esattoriali eppure la nuova normativa crea una situazione molto particolare. Sulle cartelle c’è la rottamazione prevista dal Governo Meloni e sulle pensioni ci sono le tremende notizie dell’Inps che sostiene che senza il contributo dei migranti tra vent’anni il sistema pensionistico potrebbe saltare.
La rottamazione delle cartelle può riguardare debiti di tanti generi tra i quali anche i contributi previdenziali non versati dal cittadino. E’ una questione poco nota ma rilevante perché tanti non sono in regola coi versamenti dei contributi. Ci sono contribuenti che sono indietro con l’IRPEF, l’IMU, il bollo auto o multe di altri generi.
La rottamazione sulle cartelle ti avvantaggia sui contributi
Ma si sono anche tanti che non sono in regola con i contributi. Quando il contribuente versa i contributi previdenziali che non ha pagato in precedenza può avere una pensione più alta facendo domanda di ricostituzione della pensione. Grazie a questa domanda si chiede all’INPS di ricalcolare la propria pensione alla luce del versamento dei nuovi contributi. Prendiamo il caso di un lavoratore autonomo che oggi sia un pensionato. Questo pensionato avrà delle cartelle da pagare per i contributi che non ha versato.
Innanzitutto grazie alla rottamazione potrà pagare meno perché gli vengono azzerate le sanzioni e cancellati gli interessi per mancata iscrizione al ruolo. Quello che resta da pagare all’attuale pensionato è solo la cifra dei contributi previdenziali non versati. Questa cifra può essere rateizzata per un massimo di 18 rate da pagare dal 2024 al 2027. Il vantaggio secondo gli esperti è duplice. C’è un risparmio immediato sulla cartella e poi c’è anche l’aumento della pensione.
Un vantaggio per chi è già in pensione ed anche per chi dovrà andarci
Ma anche per chi non è già in pensione e deve andarci il vantaggio è notevole. Pagando i contributi non versati attraverso la rottamazione ci si avvicina alla data del pensionamento e si può arrivare a quei fatidici 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata o ai vent’anni della pensione di vecchiaia. È rilevante comprendere come la rottamazione diventi uno strumento utile quindi anche a fini pensionistici.
Ma per quanto ancora esisteranno le pensioni? Fa discutere la tesi secondo la quale senza il contributo dei migranti fra 20 anni il meccanismo dell’INPS potrebbe vacillare e la politica si spacca su questo allarme mentre gli italiani ripiegano sulle pensioni integrative.