Una pesante stangata per i pensionati: ecco perchè devono pagare di più ed avere condizioni più sfavorevoli.
L’inflazione colpisce notevolmente chi va avanti con l’assegno INPS che se ne accorge sul carrello della spesa, sulle bollette da pagare e sui mutui. Secondo le statistiche sono tanti i pensionati che non ce la fanno economicamente e che sono costretti a chiedere la cessione del quinto o formule di prestiti di qualche natura. Ormai il risparmio è diventata una parola d’ordine e ci si tuffa sulle offerte del supermercato per cercare di andare avanti.
Ma quando un pensionato è costretto a ricorrere ai prestiti e ai finanziamenti purtroppo scopre che anche questi sono diventati più onerosi. La cessione del quinto della pensione è uno strumento molto utilizzato dai pensionati sia per avere una somma in più che per aiutare i figli e i nipoti. Per ottenere la cessione del quinto il pensionato deve chiedere presso la sede dell’INPS la comunicazione di cedibilità.
La stangata sui prestiti ai pensionati
Si tratta di un documento importante che va a certificare l’importo massimo della rata del prestito e che va consegnato alla banca. La durata del prestito non potrà superare i 10 anni e l’INPS provvederà a versare la quota stabilita trattenendola dalla pensione. L’INPS però prima di concedere la cessione del quinto della pensione fa una serie di verifiche. L’istituto guidato da Tridico con il messaggio numero 1312 del 5 aprile comunica l’aggiornamento dei tassi per il secondo trimestre 2023 e gli aumenti sono pesanti.
Andiamo a vedere concretamente quali sono i nuovi tassi che vengono adeguati all’inflazione. Il paradosso è che il pensionato chiede un prestito per difendersi dall’inflazione ma poi è proprio questa che gli rende particolarmente oneroso il prestito stesso.
Gli esempi pratici e tutto diventa più duro
Vediamo qualche esempio pratico: fino a 59 anni di età per i prestiti fino a 15.000 euro il tasso massimo è di 9,42%; se la cifra è più elevata scatta al 7,32%. Per chi abbia un età di 60-64 anni, fino a 15.000 euro, il tasso è al 10,22%; per le cifre più alte si passa al 8,12%. Passando alla fascia di età compresa nell’intervallo 65-69 anni, il tasso stabilito dall’INPS è dell’11,02% per cifre fino a 15.000 euro.
Anche in questo caso se il prestito è più importante il tasso va al 8,92%. Per chi abbia tra 70 e 74 anni abbiamo il tasso del 11,22% fino a 15.000 euro e del 9,62% se si chiede un prestito maggiore. Tirando le somme, la stangata sui pensionati che cercano un aiuto è notevole e questo non può che inasprire la tensione sociale vista l’esiguità delle pensioni italiane.