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Casalinghe e lavoratrici: pensione prima e assegno più alto | Arrivano gli aiuti per le donne

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Salvatore Dimaggio

Vediamo gli aiuti per casalinghe e lavoratrici: un po’ di giustizia per una pensione agevolata.

Una questione sempre dibattuta è l’ingiustizia sociale per la quale alle casalinghe non spetti uno stipendio e neanche una pensione. Le donne che si dedicano alla cura della casa e della famiglia sono penalizzate da questa anomalia. Le statistiche ci dimostrano che gli uomini hanno più facilità a trovare lavoro e che le donne sono ancora oggi svantaggiate.

Un vantaggio per la lavoratrice
Casalinghe e lavoratrici in pensione prima – ilovetrading.it

Si parla ogni tanto dell’introduzione del Reddito di Base Universale che consentirebbe a tutte le casalinghe di avere una cifra minima per tutta la vita e la speranza è che questa svolta sociale arrivi davvero, ma per oggi gli strumenti a disposizione della casalinga e della lavoratrice sono altri. Trovare lavoratrici che hanno carriere così lunghe ma soprattutto ininterrotte da avere il pensionamento anticipato con 41 anni e 10 mesi di contributi è difficile.

Un vantaggio per le donne: uscire prima o percepire più soldi

Anche Quota 41, Opzione donna e APE sociale chiedono tanti anni di contribuzione. Ma quando ci si è dedicate sempre alla famiglia spesso non si riesce ad arrivare neanche a quei famosi 20 anni di contributi che sono il minimo per la pensione di vecchiaia. Ma vediamo una scappatoia utile per le casalinghe. Dopo la riforma Fornero tutto è cambiato per le pensioni.

In pensione un anno prima se hai figli
Pensione anticipata con gli aiuti alle donne – ilovetrading.it

Fino al 2011 la pensione di vecchiaia si aveva con 60 anni di età per il settore privato e 61 anni per le donne che lavoravano nel settore pubblico, sempre con 20 anni di contributi. Gli uomini uscivano dal lavoro al 65 anni, ma dopo questa stangata previdenziale la pensione di vecchiaia è stata portata a 67 anni di età e 20 anni di contributi per tutti. Ma in virtù di una particolare novità possono lasciare il lavoro a 66 anni le lavoratrici che hanno avuto almeno tre figli.

Un esempio concreto: la lavoratrice può scegliere

La normativa vigente per premiare le donne che fanno figli consente questa uscita comoda. Le lavoratrici madri hanno uno sconto di quattro mesi per ogni figlio fino ad un massimo di 12 mesi. In alternativa le lavoratrici possono sempre uscire a 67 anni ma con il vantaggio di farsi calcolare la pensione con il coefficiente previsto come se avessero lasciato il lavoro a 68 anni. Vediamo le cifre concrete per le lavoratrici che facciano questa scelta e che si trovino a questo bivio.

A 67 anni il montante dei contributi versati viene rivalutato e vi si applica il coefficiente del 5,72%. Se una lavoratrice riesce ad arrivare a 20 anni di contributi e nella sua vita ha avuto uno stipendio medio annuo di 20.000 euro a 67 anni senza maggiorazione percepirà 7.550 euro annui. Se, sfruttando questa agevolazione, usa il coefficiente a 69 anni si scatta a 8.118 euro e come si vede la differenza è notevole.

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