Il Reddito di Cittadinanza uscirà dalla porta per rientrare dalla finestra: sta per arrivare un nuovo sussidio. Vediamo di cosa si tratta.
Il Reddito di Cittadinanza, nato cinque anni fa su spinta del Movimento Cinque Stelle, cesserà di esistere a partire dal prossimo settembre. Tuttavia potrebbe venire presto rimpiazzato da un altro sussidio europeo. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Dall’1 settembre 2023 il Reddito di Cittadinanza uscirà di scena. Il Governo Meloni ha deciso di non dare ulteriore spazio a questo sussidio nato nel 2018 su spinta del Movimento Cinque Stelle. In cinque anni la misura, strenuamente difesa dall’ex premier Giuseppe Conte, non ha prodotto i risultati auspicati. In particolare il Reddito di cittadinanza non ha rimesso in moto il mercato del lavoro ma ha offerto un terreno fertile a molti furbetti.
Viste le premesse, l’attuale Esecutivo ha deciso di dire addio alla misura grillina e di mettere in campo altri strumenti per aiutare le fasce più povere della popolazione. In particolare la riforma fiscale a cui il Governo sta lavorando, attraverso importanti modifiche riguardo l’Ires -la tassa per le imprese – vuole incentivare le assunzioni.
A partire dall’1 settembre 2023 non sarà più possibile chiedere di beneficiare del Reddito di Cittadinanza. Ma l’Unione europea si è già attivata per introdurre un altro aiuto che possa sostituire la misura pentastellata.
L’Europa ha ribadito l’importanza che ogni Stato membro migliori i suoi regimi di sostegno alla povertà. A tal fine l’Eurocamera ha recentemente approvato un emendamento presentato dal gruppo dei socialisti – di cui fa parte anche il Partito Democratico- che chiede l’istituzione di un reddito minimo. Il Centrodestra italiano -Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – si è schierato compatto contro questo emendamento, mentre il Terzo polo si è astenuto.
In molti si sono chiesti come mai il Centrodestra abbia votato contro il reddito minimo visto che il Governo ha già pensato ad altri sussidi simili. Il motivo principale potrebbe essere l’importo della misura proposta dai socialisti europei. Le forme di aiuto previste dal Governo Meloni a partire da settembre non supereranno i 350 euro al mese per i soggetti occupabili. I soggetti non in grado di lavorare, invece, avranno diritto a 500 euro mensili.
Il reddito europeo si baserebbe, di contro, sull’indicatore AROPE. Quest’ultimo serve per capire qual è la soglia di povertà e corrisponde al 60% del reddito medio percepito dagli abitanti di uno Stato. Va da sé che, quindi, il reddito di base varierebbe il suo importo a seconda del Paese. Facendo riferimento ai dati dell’Eurostat e a quelli dell’Istat, il 60% del reddito medio in Italia ammonta a circa 10.500 euro all’anno. Pertanto l’importo del reddito minimo nel nostro Paese dovrebbe oscillare tra 550 e 875 euro al mese. Un ammontare che si avvicinerebbe parecchio al vecchio Reddito di Cittadinanza e, indubbiamente, molto più alto rispetto ai sussidi studiati dal Governo Meloni.
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