Un nuovo sostegno per i disoccupati. Vediamo come chiedere questo aiuto prezioso e quanto vale. Si aggiunge alla Naspi.
Perdere il lavoro è una condizione grave specialmente se si ha una famiglia da mantenere. Il nostro ordinamento offre scarse tutele ai disoccupati ma è importante conoscere ciò a cui si ha diritto. Le due misure principali per i disoccupati solo la Naspi e l’assegno Dis-Coll. In alcuni casi i disoccupati hanno diritto anche al bonus SAR.
Quando un cittadino abbia perso il suo lavoro in modo involontario e quindi non si sia licenziato è possibile far riferimento al bonus SAR che può essere affiancato alla Naspi e alla Dis-Coll che sono più famose e più richieste. Il sostegno al reddito è un bonus previsto per il 2023 a favore di alcuni cittadini disoccupati e vale massimo 1000 euro. Il sostegno al reddito, noto come bonus SAR disoccupati non è un aiuto una tantum e può essere richiesto ogni volta che il cittadino rispetti le condizioni.
Questo aiuto non spetta nei confronti di tutti i disoccupati e quindi non basta lo stato di disoccupazione per poterlo ricevere. Il Bonus è focalizzato su quei lavoratori disoccupati che hanno terminato un contratto in somministrazione anche detto contratto interinale. Per poter richiedere questo bonus bisogna aver avuto attivo un contratto in somministrazione a tempo determinato oppure a tempo indeterminato. Devono ricorrere almeno 45 giorni dalla fine del rapporto di lavoro e si deve rientrare in uno di questi casi: avere almeno 110 giorni di lavoro maturati, avere almeno 90 giorni di lavoro negli ultimi dodici mesi oppure aver terminato la procedura di Mancanza di Occasioni di Lavoro (MOL).
Il bonus SAR per i disoccupati vale mille euro oppure 780 euro. Se si è in stato di disoccupazione e si sono maturati almeno 90 giorni di lavoro, il bonus SAR vale 780 euro. Quando siano passati 45 giorni dalla data in cui è terminato il lavoro, il soggetto dovrà attendere almeno altri 60 giorni per inviare la domanda telematica.
La domanda per il bonus SAR può essere inviata tra il 106° e il 173º giorno dopo la fine dell’ultimo rapporto di lavoro in somministrazione. La domanda si può inviare soltanto on-line e si devono rispettare i requisiti previsti per dalla legge. I sindacati non amano il contratto in somministrazione e continuano le pressioni perché questo tipo di lavoro venga regolamentato in maniera da offrire qualche tutela in più al lavoratore.
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