Il Reddito di Cittadinanza ha ormai le ore contate, lo dimostrano gli ultimi aggiornamenti che riguarderanno migliaia di cittadini italiani.
Meloni lo aveva detto e Meloni ha fatto. L’addio al Reddito di Cittadinanza è sempre più vicino e adesso arrivano ulteriori novità sulla misura che andrà a sostituire il Rdc pensato dal Movimento 5 Stelle ovvero il Mia, la Misura di Inclusione Attiva. L’ultima bozza del decreto è stata firmata dopo una serie di modifiche, delle quali andiamo a parlare in quest’articolo.
Qualche tempo addietro il Governo ha annunciato la volontà di sostituire il Rdc con il Mia, un Reddito di Cittadinanza ‘rivisitato’ nel quale cambia la durata del sostegno e, soprattutto, gli importi. I possibili beneficiari sono stati adesso suddivisi in due categorie distinte, ovvero gli occupabili e le famiglie povere con minori, anziani over 60 o disabili. I primi possono ricevere un sussidio di massimo 375 euro, mentre i secondi partono da un importo minimo di 500 euro.
La misura va ad intaccare soprattutto gli occupabili, ovvero i cittadini tra i 18 ed i 60 anni, circa 400mila nuclei familiari che fino ad oggi hanno beneficiato del Reddito di Cittadinanza. La differenza tra Rdc e Mia sta nella durata e nell’importo del sussidio, entrambi ridotti soltanto per i soggetti occupabili. Storia totalmente diversa per le categorie più fragili, che riceverebbero 500 euro di base, più un ulteriore sussidio in base ai bisogni economici e alla numerosità del nucleo familiare.
Come se non bastassero le novità, nella più recente bozza di decreto il sussidio ha cambiato nuovamente nome, da Mia a Garanzia per l’inclusione. Il cambio di rotta è dovuto alla formazione di due ulteriori interventi per le politiche attive al lavoro; il tutto riguarderà circa 709mila nuclei familiari italiani e verrà a costare più di 5,3 miliardi alle casse dello Stato.
Il nuovo sussidio verrà proposto insieme ad altri due interventi, la Prestazione di accompagnamento al lavoro e la Garanzia per l’attivazione lavorativa. In questo modo le tre manovre andranno a coprire le esigenze di diverse categorie di cittadini e lavoratori, per i quali si stanno pensando altre ulteriori misure. Nella bozza del decreto, come ha evidenziato ‘Il Sole 24 Ore’, è stata inserite anche l’intenzione di inasprire le punizioni per chi dichiara il falso; insomma, addio ai ‘furbetti del reddito’, che in futuro potrebbero essere puniti con fino a 6 anni di carcere.
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