In un mondo di gratificazioni immediate, la pazienza è un’arte perduta. Ma è possibile sviluppare la capacità di non perdere le staffe? Il parere degli esperti.
Ricordate quando dovevamo parlare con qualcuno o consultare una mappa per avere indicazioni stradali? E quando per comprare un paio di scarpe nuove bisognava andare in un centro commerciale, invece di fare un clic col mouse, con spedizione gratuita in due giorni? Certo, allora i compiti e le commissioni più banali richiedevano più tempo, ma avevano anche un lato positivo: aiutavano a coltivare la pazienza. Una virtù che oggi è praticamente in via di estinzione.
Secondo un rapporto del 2012 del Pew Research Center, tra gli effetti negativi dell’iperconnettività ci sono “un bisogno di gratificazione immediata e una perdita di pazienza”. Un altro studio del 2012 condotto dall’Università del Massachusetts ad Amherst ha rilevato che circa un quarto degli utenti di Internet abbandona un video online se impiega più di cinque secondi per caricarsi e metà salta dopo 10 secondi. E questo accadeva più di un decennio fa. La nostra tolleranza per l’attesa è altrettanto bassa, se non di più, in altre sfere della vita. Risultato: esplosione di stress, tensioni e conflittualità. La buona notizia è che esiste la possibilità di rimediare.
Avere pazienza giova alla nostra vita e alla nostra salute. Padroneggiare i propri nervi e dimostrare autocontrollo sono virtù che ci rendono soggetti più seri ma al tempo stesso simpatici, fiduciosi e positivi, oltre ovviamente a migliorare le interazioni sociali. Pazienti si nasce, certo, ma volendo lo si può anche diventare. Lo sviluppo di questa abilità chiama in causa sia la biologia sia l’educazione.
Come si ottiene la virtù della pazienza se non ci si è nati? Con molto allenamento e un sano sforzo di… pazienza! Il cervello viene costantemente perfezionato dalle nostre esperienze. Se ci abituiamo a regolare il nostro comportamento e lavoriamo sul “raffreddamento” prima di reagire, possiamo effettivamente alterare i nostri circuiti cerebrali.
Ecco dunque alcune strategie per aiutarci a coltivare la pazienza:
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