Tra chi cerca auto usate da acquistare in Italia si è diffusa una pratica all’apparenza conveniente, ma che in realtà nasconde insidie. Ecco di cosa si tratta.
Di recente la società carVertical, con sede in Lituania e tra le mille compagnie d’Europa che secondo il Financial Times stanno crescendo di più nel corso del 2023, ha effettuato un’indagine per ricostruire la cronistoria di auto usate. E ciò che emerso è di particolare interesse per gli amanti e ricercatori di auto di seconda mano: un significativo numero dei veicoli coinvolti nell’indagine, infatti, è risultato reimmatricolato solo poco prima della vendita. E in particolare in un Paese europeo.
Lo avete intuito, vero? Ebbene si tratta della Germania dove, secondo l’Autorità Federale Tedesca dei Trasporti, la pratica della reimmatricolazione è particolarmente diffusa: ogni anno infatti si contano circa due milioni di autoveicoli tedeschi che effettuano questa pratica in altri Paesi. E come emerso dalle verifiche di carVertical tra questi figura anche l’Italia, con il 16,6% del totale, seguita dalla Francia con il 12,7% e dagli Stati Uniti con il 10,6%.
Di per sè non vi è nulla di illegale. Anche se il fatto può senz’altro confondere se non addirittura trarre in inganno l’acquirente, che ritiene di comprare un’auto tedesca quando invece è importata da altri Paesi, come appunto l’Italia, la Francia o la Romania. E quindi un acquirente italiano può ritenere di aver acquistato una macchina assai affidabile, ben curata – come da reputazione relativa agli elevati standard dell’automotive in Germania – quando in realtà arriva dall’Italia. In altre parole: una sorta di giro dell’oca, di ritorno al punto di partenza.
I motivi per cui alcuni venditori effettuano la seconda immatricolazione
Lo sappiamo: la reputazione conta. E nel settore delle auto usate una delle credenze – in molti casi senz’altro fondata – è che le auto usate provenienti dalla Germania siano le migliori. “Una credenza popolare – ha dichiarato Matas Buzelis, esperto del settore automobilistico di carVertical – vuole che in Germania gli automobilisti acquistino auto più nuove, meglio equipaggiate e più costose, seguendo rigorosamente le raccomandazioni dei produttori per la manutenzione”.
Ed ecco dunque il perché della seconda immatricolazione: se l’autoveicolo usato risulta provenire dalla Germania, diventa più appetibile e richiesto. Proprio per la sua reputazione che induce l’acquirente a ritenere che abbia effettuato riparazioni di ottima qualità, non abbia un chilometraggio eccessivo e non nasconda danni occulti. Anche se la realtà è che l’autoveicolo abbia una prima immatricolazione in un altro Paese, come l’Italia, dove ha “vissuto” quasi tutto il suo storico, e solo poco prima della vendita sia stato reimmatricolato in Germania.
Come verificare dunque il suo storico reale? Attraverso il codice VIN, ovvero il numero di telaio, o la targa dell’auto usata, in modo da risalire alla sua visura e dunque al suo passato “occultato” o “omesso” dal venditore. Sono molti i servizi anche online per verificare questi dati e lo stesso portale di carVertical lo mette a disposizione. Inoltre, attraverso il portale dell’ACI, che è lo strumento di riferimento nazionale italiano per questo tipo di verifiche, è possibile richiedere i dati del Pubblico Registro Automobilistico in modo da non rischiare di ritrovarsi con imprevisti e brutte sorprese a seguito dell’acquisto.