La Germania sta portando avanti una scelta coraggiosa che cambierà per sempre il mondo dell’energia rinnovabile.
In Germania, sabato scorso sono stati chiusi gli ultimi 3 reattori nucleari che erano ancora attivi, dopo una campagna lunga e polemica sulla dismissione dell’energia nucleare, durata più di 20 anni. Questa chiusura, segna la fine dell’utilizzo del nucleare in Germania e arriva nel bel mezzo della crisi energetica provocata dall’invasione della Russia in Ucraina e pone una serie di domande e di problemi per il più importante paese in Europa. I tre reattori che sono stati chiusi sono: Emsland, nella Bassa Sassonia, nel Bader-Wurttemberg e Isar 2 in Baviera.
Insieme fornivano il 6.5% del fabbisogno di energia elettrica della Germania, ma fino a circa 20 anni fa facevano parte di un gruppo di centrali nucleari, 19 in tutto, che garantivano al Paese un terzo dell’energia elettrica. Dagli anni 2000 le centrali sono state dismesse tra le tante polemiche. Oggi, l’energia che non viene più prodotta dalle centrali, è prodotta da fonti rinnovabili come eolico e solare.
Le polemiche sono state create in quanto la Germania non riusciva a trovare alternative al nucleare. Nel 2022, in Germania, il carbone è stato una delle prime fonti di produzione energetica ci oltre il 30% davanti all’eolico, al gas e al solare. Il resto della produzione è garantito dalle biomasse, dal nucleare e dall’idroelettrico. La crisi energetica provocata dall’invasione della Russia in Ucraina ha complicato le cose.
Il rapporto della Germania con il nucleare
Fino dagli anni 70 emerse un movimento contrario al nucleare che portò alla formazione di un partito dei Verdi, che oggi è uno dei movimenti più forti in Europa. Nel 2022 il Governo del cancelliere Schroder, decise, sostenuto dai Verdi, che le centrali nucleari sarebbero state chiuse entro il 2022.
Anni dopo fu eletta cancelliera Angela Merkel che cercò di rinviare la chiusura delle centrali e fece approvare una misura che prevedeva la chiusura nel 2036. Tutto però cambiò nel 2011 con il disastro nucleare di Fukushima in Giappone che fu uno dei più gravi incidenti nucleari della storia.
In Germania furono organizzate grandi manifestazioni che chiedevano di non ignorare la vicenda del Giappone e di chiudere al più presto tutte le centrali. Due mesi dopo, la cancelliera Merkel, annunciò che la chiusura sarebbe stata, come detto da Schroder, entro il 2022. La decisione era perentoria è non permetteva ulteriori rinvii.
L’invasione russa dell’Ucraina, ha provocato ulteriori polemiche perché, per poter far fronte alla mancanza di invio del gas russo, è stato necessario riaprire alcune centrali elettriche a carbone. Scelta criticata dall’attivista Greta Thunberg, la quale ha definito “una cattiva idea” la chiusura delle centrali nucleari se ciò determina un maggior uso del carbone.
Il processo di chiusura degli impianti era tuttavia impossibile da fermare in quanto le società che le gestivano si stavano preparando da anni alla dismissione e avevano interrotto il rifornimento di combustibile nucleare. La Germania, nell’ultimo decennio, aveva affinato le capacità nel chiudere e dismettere i reattori e invertire il processo in pochi mesi sarebbe stato impossibile.
