Ci sono importanti novità legate al pagamento dei liberi professionisti: è stata infatti approvata dalla Camera dei Deputati la legge sull’equo compenso. Ecco cosa cambia e quando questa norma può essere applicata
È una novità che farà la gioia di decine di liberi professionisti in lotta per uno stipendio proporzionato alle loro competenze, agli obiettivi raggiunti ed al tempo impiegato per portare a termine un lavoro ma anche alla sua quantità e qualità. Stiamo parlando dell’equo compenso, diventato legge in seguito all’approvazione da parte della Camera dei Deputati e pronto ad assicurare tutele economiche più concrete per chi lavora come libero professionista, che appartenga o meno ad ordini professionali. Sono 27mila, complessivamente, le pubbliche amministrazioni coinvolte in questa novità oltre a 51mila aziende private.
Il Governo Meloni che ha dato di fatto il via libera all’equo compenso, è infatti intenzionato a vigilare attivamente affinché venga applicato e per questo ha intenzione di fondare un osservatorio ad hoc. In Parlamento la legge è stata approvata con 243 voti a favore, 59 sono stati gli astenuti e 0 i contrari: la norma include una serie di specifici criteri, oltre a linee guida dal punto di vista degli standard economici minime che Pa e aziende saranno d’ora in poi tenute a rispettare al fine di emettere retribuzioni “eque” nei confronti di chi svolge quello che è noto come “lavoro intellettuale”.
Equo compenso è legge: cosa prevede e cosa cambia per i liberi professionisti
Tra le aziende coinvolte vi sono sia le banche che le assicurazioni oltre alle imprese aventi ricavi annuali di almeno 10 milioni di euro oppure almeno cinquanta dipendenti. Cosa cambia nello specifico per i liberi professionisti? Sarà loro pieno diritto chiedere al titolare dell’azienda o all’ente della pubblica amministrazione l’applicazione dell’equo compenso, legge che verrà applicata anche qualora vi siano, tra azienda e lavoratore, dei contenziosi.
Tanto cambierà da questo punto di vista dal momento che saranno considerate nulle tutte una serie di azioni quali il divieto di consentire al professionista di richiedere il versamento di un acconto per la prestazione che andrà ad offrire oppure obbligarlo ad anticipare eventuali spese o ancora allungare ben oltre i 60 giorni dal ricevimento della fattura i tempi di emissione del pagamento.
Saranno ritenute nulle anche le parti dei contratti che non rispetteranno la nuova legge approvata dalla Camera dei Deputati: la norma specifica che, nella fattispecie, ad essere considerate nulle saranno le sezioni considerate troppo vantaggiose per le imprese sia per ciò che riguarda la quantità, sia la qualità delle attività lavorative commissionate al libero professionista. Come sopra specificato a vigilare affinché le regole vengano rispettate ci sarà un “osservatorio” ad hoc “sull’equo compenso”.