Un resoconto di Save The Children rende che in Italia 3 bambini su 10 sono a rischio povertà. Quali sono le ragioni e quali le soluzioni?
Le ricerche condotte da Save The Children su territorio Italiano mostrano una situazione molto poco entusiasmante. L’associazione ha dichiarato che 3 bambini su 10 in Italia sono a rischio povertà e si ha paura che in futuro queste cifre aumenteranno. Ecco le ragioni.
L’Italia è ben lontana dall’esser definibile come una nazione povera. Anzi, siamo in uno Stato piuttosto ricco, con uno stile di vita benestante. Eppure, nonostante tutta la ricchezza del nostro paese, ci sono ancora dei bambini a rischio povertà e potrebbero essercene ancora di più in futuro. L’Italia è al 5° posto nell’Unione Europea per il numero di minori a rischio povertà, per un totale di 19,6 milioni di individui che in futuro potrebbero non avere accesso a tutto quello che serve per una vita dignitosa. A dirlo è uno studio di Save The Children, condotto su 14 paesi dell’Unione Europea per fare il punto su quanto le diverse nazioni sono andate avanti sul progetto Child Guarantee.
L’Italia risulta essere uno dei paesi europei con la più alta percentuale di minori a rischio povertà. Le ragioni sono da ricercare nel generale impoverimento delle famiglie italiane a causa della pandemia prima e della crisi del gas dopo. Una crisi che ha colpito l’Italia più di altri paesi, vista la già traballante economia familiare di partenza del nostro paese. Nel 2022 il 40% delle famiglie italiane ha subito una diminuzione del proprio reddito, mentre le spese sono aumentate in media del 98%. Più spese da sostenere, ma meno soldi con cui sostenerle. La ricetta perfetta per il disastro.
Per quanto riguarda i minori, Save The Children riporta il terribile dato del 2021, quando in Italia si è registrato il record negativo di 1,4 milioni di bambini in condizioni di povertà assoluta, con una media che aumenta nel Sud Italia. Il 2022, per cui non si hanno ancora i dati precisi, ha aggravato ulteriormente la situazione, visto che l’inflazione ha colpito maggiormente le famiglie meno abbienti, mentre quelle con maggiori possibilità finanziarie sono state toccate solo in minima parte.
Questa perdita di potere d’acquisto e di disponibilità economica ha portato ad altri fenomeni sociali preoccupanti, tutti derivati dalla grave incertezza per il futuro che questa situazione comporta. Il primo di questi fenomeni è quello dell’abbandono degli studi, con sempre più minori che cominciano a cercare lavoro prima di aver finito le scuole dell’obbligo, con gravi contraccolpi sull’educazione delle nuove generazioni.
Ci sono in Italia delle situazioni talmente gravi di povertà che circa 1 bambino su 20 è in stato di povertà alimentare e l’accesso alla mensa scolastica è limitata a 1 bambino su 2 nelle scuole italiane.
A rischio anche i minori e gli sport, con 1 su quattro tra 3 e 17 anni che non ha mai fatto attività sportiva per mancanza di soldi dei genitori. Gli aiuti statali per le famiglie con reddito basso non stanno risollevando questa situazione, servono misure più efficaci.
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