La Carta Risparmio Spesa è una nuova iniziativa messa in atto dal governo per tutte quelle famiglie con reddito basso: a chi spetta
Con il rincaro dei prezzi delle materie prime, soprattutto nell’ultimo anno con la guerra in Ucraina, andare a fare la spesa comporta una spesa molto maggiore rispetto a prima. Chi non ha un guadagno molto alto si trova quindi spesso costretto a dover fare delle rinunce dal punto di vista alimentare, o comunque a dover fare a meno di prodotti di qualità per far quadrare i conti a fine mese.
Per questo motivo il governo italiano ha deciso di mettere a disposizione la Carta Risparmio Spesa, inserita nella Legge di Bilancio insieme al reddito alimentare. Il provvedimento serve per quelle famiglie con reddito basso. Questa Carta dovrebbe avere il via libera a breve, ma ancora non sono chiare le tempistiche precise e le modalità, perché la Legge rimanda a dei decreti attuativi che devono essere ancora elaborati.
Andiamo però a vedere cosa si sa ad oggi della Carta Risparmio, come funzionerà e a chi dovrebbe essere elargita per le spese alimentari.
Carta Risparmio Spesa: come funziona e a chi spetta
Sappiamo intanto che il fondo destinato alla Carta Risparmio Spesa dovrebbe essere di 500 milioni per il 2023. La legge spiega che l’aiuto è destinato “all’acquisto di beni alimentari di prima necessità da parte dei soggetti in possesso di un indicatore della situazione economica equivalente non superiore a 15.000 euro, da fruire mediante l’utilizzo di un apposito sistema abilitante”.
I beneficiari sono quindi i soggetti con ISEE fino a 15mila euro, ma per il resto si sa davvero poco. Anche l’importo deve essere stabilito dal decreto attuativo ed è quindi a oggi sconosciuto. Si sa, tuttavia, che i criteri per verificare chi potrà usufruire della Carta saranno l’età, i trattamenti pensionistici, situazione economica del nucleo familiare e reddito conseguito.
La procedura per l’erogazione del sussidio sarà di competenza del Comune di Residenza. Si tratta di una buona notizia perché la Carta Risparmio potrebbe avere un impatto positivo sull’economica locale. Gli esercizi commerciali, infatti, potranno accettare i buoni d’acquisto per generi alimentari di prima necessità, guadagnando dunque nuovi clienti e facendo crescere la loro attività.